Regia di Daniel Ribeiro vedi scheda film
29° TORINO GAY & LESBIAN FILM FESTIVAL
Leo, adolescente brasiliano cieco, affronta con l'aiuto dell'inseparabile amica Giovana, con cui ha un rapporto quasi simbiotico, le difficoltà legate ala sua condizione, dal ritorno a casa da scuola agli scherzi stupidi dei bulletti: il film inizia mostrandoceli a bordo di una piscina mentre discutono su chi sarà la prima ragazza che Leo potrebbe baciare. Leo ha anche due genitori che l'adorano, ma che sono comprensibilmente anche ansisosi ed iperprotettivi, e questo causa degli scontri con lo spirito di indipendenza proprio di ogni adolescente: Leo vorrebbe essere autonomo, e magari partecpare ad un programma di studio all'estero, ma i genitori (in special modo la madre) pensano sopra ogni cosa a proteggerlo, tenendolo sotto una campana di vetro che per lui sta diventando sempre più una soffocante prigione.
Il rapporto tra Leo e Giovana viene scosso dall'arrivo di un nuovo compagno di classe, Gabriel, che all'inizio si aggrega ai due amici, ma poi inizia a creare con Leo un legame speciale, da cui Giovana si sentirà esclusa. Pian piano Leo scoprirà che questo legame è qualcosa di più di un'amicizia, e che forse è proprio Gabriel il primo che potrebbe baciarlo. I due giovani inizeranno una progressiva impacciata danza di avvicinamento all'amore: dagli scherzi sul fatto che Gabriel dimentica spesso la cecità di Leo proponendo di andare al cinema o a guardare l'eclissi, a un fugace bacio dato da Gabriel ubriaco a Leo ad una festa, ad una tenera e sensuale doccia insieme, alle battute dei soliti bulletti, fino a trovare il coraggio di vivere alla luce del sole la loro relazione. Per Leo ricerca dell'indipendenza e scopertà dell'affettività/sessualità costituiscono due facce della medesima medaglia: diventare finalmente grande e abbandonare quel guscio protettivo in cui l'età e la cecità l'avevano finora racchiuso. Hoje Eu Quero Voltar Sozinho, titolo in portoghese del film, significa letteralmente "oggi voglio tornare da solo": Leo non vuole più essere accompgnato a casa da scuola come un bambino, ma percorrere finalmente da solo la sua strada.
Il film, che costituisce l'"ampliamento" di un corto realizzato da Ribeiro tre anni prima, affronta con estrema delicatezza e sensibilità il tema della scoperta della sessualità (basti vedere la delicatezza della scena della masturbazione di Leo per capire la sensibilità del regista Daniel Ribeiro nell'affrontare questi temi) e della fragilità di un giovane che si sente doppiamente "diverso" dagli altri (in quanto omosessuale e non vedente), ma anche della ricerca della libertà e dell'indipendenza oltre ogni ostacolo, fisico o sociale, che posa limitarle.
Il regista unisce ad uno sguardo tenero e semplice sui suoi protagonisti un ritmo fresco e vivace, sucitando l'empatia e la partecipazione dello spettatore alle vicende dei personaggi senza mai esagerare nella drammaticità, ma trasmettendo molto con uno stile sommesso e minimalista.
Bravissimo il giovane protagonista Ghilherme Lobo, attore vedente, che sa rendere con grande credibilità i comportamenti ed i movimenti di un cieco; anche gli interpreti di Giovana e Gabriel sono ben calati nei loro ruoli.
Film vincitore del Teddy Award al Festival di Berlino, a Torino è stato accolto con entusiasmo dal pubblico, che gli ha tributato un lunghissimo applauso al termine della proiezione: Hoje Eu Quero Voltar Sozinho si candida come possibile vincitore di questo TGLFF.
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