Regia di Cinzia Th. Torrini vedi scheda film
L’epopea di Fabrizio Del Dongo, nobile milanese che si arruola nell’esercito napoleonico poco prima di Waterloo e che poi, pur innamorato della giovane Clelia, si ritrova costretto a prendere i voti.
A trent’anni tondi dalla prima trasposizione per il piccolo schermo della Certosa di Parma di Stendhal (quella di Mauro Bolognini del 1982), la Rai affida a Cinzia Th Torrini questo nuovo lavoro, altrettanto accurato dal punto di vista della scrittura – anche se più sbrigativo: qui sono due puntate da un’ora e mezzo, là erano sei puntate da un’ora (!) – ma nel complesso dotato di meno appeal. Vuoi per il budget non basso, ma certo modesto rispetto ad altre produzioni analoghe, vuoi per la narrazione sonnolenta, vuoi per gli interpreti non troppo brillanti: Rodrigo Guirao Diaz – bello, ma un po’ vacuo; Alessandra Mastronardi, Hippolyte Girardot, Marie-Josée Croze, Barbara Ronchi, Ralph Palka e c’è anche Enrico Beruschi nella particina dell’abate Blanes. La regista esegue il suo compitino a dovere e non potrebbe d’altronde fare di più; sul copione ci sono le firme di Francesco Arlanch, Frederic Mora e Louis Gardel, con la collaborazione di Jacques Nahum; coproduzione italofrancese. 3,5/10.
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