Regia di Jason Reitman vedi scheda film
In una cittadina americana, le vicende di diverse famiglie e dei loro figli adolescenti che frequentano la locale high-school si intrecciano e si influenzano.
Dall'ottica genitoriale: una coppia insoddisfatta in cui ognuno dei due si mette a cercare avventure extra-coniugali; la madre che ha cresciuto sua figlia all'inseguimento della fama (ossia partecipare a spettacoli TV o entrare nel mondo del cinema); il padre abbandonato dalla ex-moglie che gestisce un figlio immalinconito e depresso; la professoressa iperprotettiva e maniacale che filtra tutti i contatti della figlia con l'esterno.
Dall'ottica dei figli: il ragazzo che avendo cominciato a vedere porno sul web all'età di 10 anni non riesce più ad eccitarsi anche quando viene corteggiato dalla cheerleader; la ragazzina che smette di mangiare per farsi notare; l'idolo della squadra di football che abbandona i compagni proprio quando c'è da vincere il campionato...
Insomma c'è tutto lo spaccato della società moderna del benessere, con le sue alienazioni, le sue fobie allucinate e la ricerca sel successo fatuo, grossolano e tangibile, esaltato/corroborato dall'abuso dei mezzi di comunicazione che viaggiano sulla Rete.
Reitman corre il rischio di schiantarsi nel luogo comune fritto e rifritto quando sottolinea il dominio del mondo digitale/virtuale nella nostra epoca e tuttavia attira la nostra attenzione sul fatto che, nonostante la società moderna sia cambiata, il bisogno primario resti pur sempre la relazione interiore fra due persone.
E che il controllo vero dell'altro non lo si ha con la coercizione ma solo con una relazione profonda.
In fondo, che colpa ha lui se nella società della comunicazione globale la gente non sa più comunicare?
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