Regia di Jason Reitman vedi scheda film
Non è mai uscito in sala il miglior film di Jason Reitman (Thank you for smoking, Tra le nuvole, Juno) che con piglio sociologico e qualche indulgenza al moralismo esplora il rapporto tra tecnologie digitali, sesso e relazioni familiari. Nel coro di voci di impronta altmaniana troviamo la mamma manager (Greer) disposta anche a curare un sito osé pur di vedere la figlia (Crocicchia) affermarsi nel mondo dello spettacolo, un padre (Norris) e un figlio (Elgort) costretti a fare i conti con l'abbandono del tetto domestico della moglie/madre, una ragazzina anoressica (Kampouris), un'altra adolescente (Dever) controllata draconianamente da madre sessuofoba e ossessiva (Garner), una coppia spenta che cerca nelle avventure on line un nuovo slancio erotico con un figlio consumatore compulsivo di pornografia e a digiuno delle più elementari regole della sessualità. Il campione di varia umanità raccontato nel film rasenta la patologia, manifesta una fragilità diffusa, arrocca la propria esistenza nello spazio di uno schermo, tradendo una impressionante propensione alle incomprensioni. Servito da un cast all'altezza e da un intreccio avvincente, Men, women & children riecheggia - estremizzandole - le tematiche di Disconnect, e nonostante si lasci apprezzare anche per la capacità di coniugare fotografia ed effetti speciali (impressionanti quelli in cui una intera folla cammina con gli occhi incollati sul proprio smartphone), inciampa tuttavia in una fastidiosa voce off e in qualche immagine digitale di troppo.
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