Regia di Giulio Base vedi scheda film
Lorenzo e Claudia trascorrono una notte d'amore insieme; lui - che lavora sulle piattaforme in mare - è abituato alla solitudine e al distacco, lei ha un figlio piccolo, Matteo, che da subito prende in antipatia Lorenzo. Starà a quest'ultimo decidere se continuare a frequentare Claudia nonostante il bambino o, più semplicemente, ricorrere alla consueta fuga.
Una storia struggente, romantica ma moderna, quella che scaturisce dalla sceneggiatura firmata dal regista Giulio Base, dal protagonista maschile Giorgio Pasotti (peraltro alla sua prima esperienza in un ruolo di scrittura) e da Alessandro Pondi, Polo Logli, Mauro Graiani e Riccardo Irrera. A seconda del punto di vista che si voglia intraprendere, Mio papà è una fiction televisiva di buon livello oppure un film per il cinema non del tutto riuscito, che a livello di casting conta su qualche interprete valido (Donatella Finocchiaro, Ninetto Davoli e Fabio Troiano su tutti), sulla simpatica presenza di Niccolò Calvagna, il piccolo figlio del regista e attore Stefano, e sul già citato Pasotti, non eccezionale a dire il vero. La narrazione è sciolta e la messa in scena funzionale; d'altronde Base conosce bene il suo mestiere e ha alle spalle una carriera ormai quasi venticinquennale, spesa per lo più lavorando per il piccolo schermo: in effetti la cosa si nota bene qui. Nonostante il film sia espressamente prodotto per la sala cinematografica, Mio papà soffre spesso di un'impostazione pseudo-televisiva fatta di dialoghi banali, personaggi psicologicamente deboli e situazioni stereotipate. In quello stesso 2014 Giulio Base usciva anche con Il pretore. 3,5/10.
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