Regia di Joe Dante vedi scheda film
VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA – FUORI CONCORSO
E' sempre un piacere ritrovare un regista tosto e intelligente come Joe Dante, leggenda degli anni '80 e capostipite di un filone, nato con Spielberg, volto a dedicarsi ad un cinema di svago, avventura ed horror “dolce” (nel senso di scanzonato e molto poco efferato) in cui il regista è stato per oltre un trentennio uno dei più validi e rassicuranti rappresentanti.
In questo suo spiritoso e divertente ritorno, Dante si ripresenta con una commedia horror brillante ed irresistibilmente citazionista che suscita risate a scena aperta in una sala piena di cultori del genere.
La vicenda del commesso di un negozio di articoli d'orrore presso uno dei tanti boulevard losangeliani che avvicinano ad Hollywood, che vive con un certo imbarazzo la recente convivenza con una fidanzata bella, attraente, ma anche molto esigente e maniacale con le sue abitudini “a basso consumo energetico”, pare risolversi bruscamente e crudelmente con la morte accidentale della ragazza, investita da un autobus proprio nel momento in cui il ragazzo l'aveva convocata per comunicarle la decisione di lasciarla.
Strada aperta dunque per dedicarsi alla bellissima gelataia di un horror-bar dall'esilarante nome “I Scream” (stessa pronuncia di “ice cream”), non fosse che la morta si ripresenta dopo poco tempo sotto forma di zombie affamata di sesso...e non solo.
Tra manifesti horror da “cinemabilia”, completi quasi tutti di titoli italiani (Zombie in soffitta e molto alro, fino ad un rarissimo poster di una pellicola con Renato Rascel), rock band cristiane dal nome “Christian's Later”, cinema all'aperto consumato per Halloween al cimitero con la proiezione del cilt di Romero (citato pure come responsabile di una ditta di corrieri express), il film si dipana intelligente e grazioso cercado e trovando momento di vero spasso.
Yelchin (al suo secondo film "lagunare" dopo il shakespeariano eretico Cymbeline) e la Daddario simpatici, sexy e funzionali.
Solo una domanda viene ad affliggerci: è accettabile che un ottimo regista come Dante, maturato ufficialmente con un paio di cult eccezionali come La seconda guerra civile americana e Matinée, torni sui territori pur brillanti dell'horror sofisticato con pellicole giovanilistiche come la presente, o The Hole o ancor peggio Universal Soldiers?
A mio avviso la risposta affermativa stride un po' a confermare una maturità ormai data per scontata, ma esplicitabile in altri territori, lasciando spazio ai giovani per questi pur brillanti e lodevoli divertissement.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta