Regia di Joe Dante vedi scheda film
Aspettavamo con ansia il ritorno di Joe Dante, del suo cinema horror e della sua voglia di osare citando i capolavori del passato e di innovare le forme del racconto di genere. Burying the Ex, terminato grazie all’ausilio del crowdfunding, è infatti sopra ogni cosa un gioco divertente che il regista propone allo spettatore per omaggiare il cinema horror: prendendo come spunto il mondo dei non vivi e degli zombie, Dante si diverte a piazzare elementi che gli amanti dell’urlo non possono non riconoscere, a partire dalle locandine italiane di alcuni capisaldi (Il pozzo e il pendolo, Zombi in soffitta, Terrore nello spazio o L’invenzione di Cloud Surfing), appese alla parete di casa del protagonista Max e dal camion della ditta di trasporti "Romero & Sons".
La storia vede al centro un insolito triangolo amoroso, in cui a far da deus ex machina è Satana il genio, una sorta di lampada del male che esaudisce sogni e desideri. Max, che lavora in un negozio di articoli horror, vive una relazione sentimentale con Evelyn, una blogger vegana convinta e dalla personalità bipolare. I due non condividono nulla e i loro interessi sono diametralmente opposti tanto che la rottura è dietro l’angolo, conseguente ai mille dubbi che attanagliano il giovane e ai consigli del fratellastro/amico. Nel momento in cui Max decide di chiudere la relazione, Evelyn perde la vita finendo sotto un autobus ma, causa una promessa d’amore scambiatasi una sera davanti a Satana il genio, è pronta a uscir dalla tomba quando Max sta per cominciare un nuovo rapporto con Olivia, proprietaria di una gelateria che propone ai clienti gusti da cinema di paura e che ama passeggiare di notte per cimiteri.
Riappropriandosi del mondo dei vivi, Evelyn non ha alcuna intenzione di lasciare l’amato, a cui prospetta un futuro condiviso di morte e infelicità. Il suo folle proposito, accompagnato dal lento disfacimento del suo corpo, non sarà però di facile attuazione e ben presto l’ira funesta della non viva si abbatterà sull’ex fidanzato ormai fedifrago.
Costruito come una commedia romantica giocata su un improbabile triangolo amoroso, Burying the Ex non ha paura di eccedere con il grottesco e trasforma lo spavento in realismo. Senza luoghi comuni sugli zombie, a trionfare sono i buoni sentimenti ma non quelli eterni: prevale la contingenza del qui e dell’ora, del terreno e dell’immediato. Del resto, come insegnano i latini, Amor vincit omnia, anche la morte. Oltre ai notevoli rimandi per immagini, Burying the Ex fa entrare nel suo intreccio vari riferimenti al cinema di Hitchcock, ai racconti di Edgar Allan Poe e alla commercialità di Tim Burton, affidando alla menzione di due film come The Gore Gore Girls di Herschell Gordon Lewis e La notte dei morti viventi di Romero il compito non facile di accompagnare da un lato un innalzamento dei toni dark e dall’altro di sottolineare la consacrazione di una nuova unione romantica. Ai tre interpreti principali (Anton Yelchin, Alexandra Daddario e Ashley Greene) va dato il merito di non prendersi mai troppo sul serio mentre Oliver Cooper ha sulle spalle il compito di far ridere, anche grossolanamente, il pubblico con il suo indimenticabile fratellastro Travis.
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