Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
I “Sogni” di Kurosawa. Fatti da bambino, da adulto, impressi sullo schermo con la solita grande maestria. Un viaggio che parte dalla curiosità dei piccoli verso l’ignoto, proseguendo per l’arte, la natura, il progresso e la stupidità dell’uomo fino alla vecchiaia, dove si accetta, dove si ironizza, dove si trova la pace. Un po’ sottovalutato, per via di una certa morale che pervade la pellicola (i più cattivi ci hanno visto un ottantenne in pensione che delirava consigli di vita), ma avercene.
Quello che molti non hanno mai fatto caso, o forse sono solo io ad aver avuto questa sensazione, è ciò che trasuda il film sin dal suo primo episodio: Morte. Qualcosa di oscuro si aggira persino in uno dei più belli e “solari”: un uomo finisce dentro un quadro di Van Gogh (interpretato da Martin Scorsese!) ma quei dannati corvi nel finale non preannunciano nulla di buono …
I più cupi sono girati da Ishiro Honda (amico apprezzato di Kurosawa) e non si fa fatica a capire quali e qui la mente corre a decenni fa quando su Rai3, su Fuori Orario, Ghezzi mandò in onda “solo” i sogni del regista di Gojira. Altre notti. Sogni di un tempo, davvero.
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