Regia di Akira Kurosawa vedi scheda film
Stupendo, nel vero senso della parola. Audio-visivamente parlando, toglie il respiro. Tematicamente, ha la semplicità, la profondità e la saggezza propria solo dei Maestri. In 8 episodi, tutti riusciti, tutti diversi ma con alcune costanti, Kurosawa passa in rassegna anti-militarismo, anti-scientismo, ambientalismo, riflessioni su infanzia e vecchiaia, arte e follia, fatica e rimorso, predicando il rispetto per la natura e commiserando un'umanità ormai votata all'autodistruzione. Gli otto episodi sono interpretabili come sogni (attingenti ad un immaginario pan-culturale, ma sempre roteante attorno a topos nipponici), ma anche come fiabe che trasmutano in sogni, ora enigmatici ora allegorici, ora sospesi ora pienamente risolti. Non credo ci sia un regista vivente in grado di generare immagine di tale potenza epica e poetica...nel caso ci fosse, vi prego: avvertitemi! :-) Difficile fare graduatorie di merito fra i vari momenti, fantasmagorici tasselli di un'opera che vale come testamento non tanto del cinema di Kurosawa (peraltro inconfondibile coi suoi campi medi frontali onnicomprensivi, col suo isolare piccoli sparuti umani nel quadro di una natura ventosa e tormentata, con la direzione scespiriana degli interpreti) quanto dell'intelligenza di cui è capace l'Uomo e l'Artista: come scegliere fra la coreografia del pescheto, l'epica dei montanari travolti dalla bufera poi graziati e condotti verso la bandiera, il ritorno del battaglione fantasma, lo straziante lamento dei demoni in una landa rasa al suolo dal nucleare, il funerale festoso alla Dovzenko nel villaggio dei mulini...che meraviglia!
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