Regia di Aaron Katz, Martha Stephens vedi scheda film
Due arzilli anziani amici vanno in vacanza in Islanda. I soldi non sono un problema, i due si trattano bene e se la spassano.
Il dubbio di essersi persi parecchio del film originale per colpa di un doppiaggio italiano pessimo, a voler essere gentili approssimativo è forte; eppure al di là di tutto le parole dovrebbero essere le medesime del copione scritto dalla coppia di registi, cioè Martha Stephens e Aaron Katz. E se quelli sono i dialoghi sulla sceneggiatura, c'è davvero da mettersi le mani nei capelli osservando con curiosità e preoccupazione questo film. Viaggio al nord vorrebbe essere la storia di una vacanza in età senile per due amici: uno più impiccione e rompiscatole (interpretato da Earl Lynn Nelson), l'altro più riservato (Paul Eenhoorn), ma sempre e comunque disposto ad assecondare le estemporanee follie del primo; la meta del viaggio, cioè la selvaggia e remota Islanda, apparentemente non la migliore per una coppia di anziani, dovrebbe infine rappresentare l'elemento bizzarro della trama, il contesto che non ti aspetti nel quale si sviluppano le disavventure dei protagonisti. A conti fatti, in Viaggio al nord non c'è nulla di tutto ciò che ci si potrebbe immaginare: il che suona decisamente bene; il problema principale del lavoro è però che non c'è nulla - e basta. Solo due vecchi chiacchieroni e ficcanaso, uno più dell'altro, che passano attraverso una serie di vicende ordinarie senza lasciare particolarmente il segno in nessuna di esse: come non attendersi una scena madre dalla serata in discoteca, per esempio? Eppure la sequenza scivola via indolore e incolore, senza generare alcun tipo di sviluppo significativo. Al termine dei cento minuti della pellicola rimangono allo spettatore solamente due parole: la prima è la domanda "Perchè?"; la seconda è la risposta "Boh", che volendo essere politicamente scorretti si può placidamente convertire in "Chissenefrega". 2,5/10.
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