Trama
Marie Heurtin, nata sorda e cieca nel 1895, è incapace di comunicare. Suo padre, un modesto artigiano, è indeciso se seguire o meno il consiglio di un medico che gli suggerisce di internarla in un istituto. Recatosi all'istituto di Larnay, vicino a Poitiers, dove a prendersi cura delle ragazze sorde sono le suore, l'uomo decide di lasciare Marie alle cure della giovane suor Marguerite, che è convinta di poter aiutare la piccola con l'arma della sua fede.
Approfondimento
MARIE HEURTIN: L'HELEN KELLER DI FRANCIA
Diretto da Jean-Pierre Améris e scritto dal regista con Philippe Blasband, Marie Heurtin si basa su una storia realmente accaduta nella Francia del tardo Ottocento e ha per protagonista la quattordicenne Marie che, nata sorda e cieca, è incapace di comunicare. Nonostante il parere di un medico che etichetta Marie come stupida, suo padre, un umile artigiano, non può rinchiuderla in un manicomio e, mosso dalla disperazione, decide di portarla all'istituto Larnay, vicino a Poitiers, dove le suore potranno prendersene cura. Sebbene la madre superiore sia molto scettica, la giovane suor Marguerite prende la selvaggia Marie sotto la sua ala protettiva ripromettendosi di far tutto il possibile per tirarla fuori all'oscurità che l'attanaglia. Tra iniziali fallimenti e momenti di scoraggiamento, suor Marguerite riuscirà nel suo intento armata solo di fede religiosa e amore.
Con la direzione della fotografia di Virginie Saint-Martin, le scenografie di Pascal Metge e le musiche di Sonia Wieder-Atherton, Marie Heurtin viene così spiegato dal suo regista: «Questo progetto è iniziato dalla mia passione per la storia di Helen Keller [raccontata in Anna dei miracoli, ndr]. Nella mia ricerca, mi sono imbattuto nella vicenda meno nota di Marie Heurtin e ho subito deciso di recarmi in visita all'istituto Larnay a Poiters, dove lei è vissuta nel XIX secolo. L'istituto non è più di carattere religioso ma rimane ancora un centro per bambini sordomuti. Alla luce dei progressi scientifici degli ultimi cento anni, mi ha sorpreso scoprire che è ancora in funzione: è difficile descrivere come mi sono sentito quando ho incontrato quei bambini, in grado di comunicare solo attraverso il tatto e desiderosi di percepire le mie mani e il mio viso. Mi sentivo abbastanza impotente nel cercare di comunicare con loro.
Ho anche incontrato i genitori dei piccoli e mi hanno spiegato le sfide che devono affrontare. Esattamente come il padre di Marie Heurtin più di un secolo fa, hanno conosciuto dottori secondo cui i loro figli erano mentalmente disturbati e incapaci di comunicare in alcun modo. Per fortuna, la loro disperazione si è placata quando hanno conosciuto gli istruttori dell'istituto Larnay, coloro che insegnano ai loro figli come mettersi in contatto con il mondo. Il caso di Marie Heurtin, dipeso dal duro lavoro e dalla tenacia di una singola istitutrice, è considerato quasi un miracolo e le tecniche che suor Marguerite ha sperimentato sono tuttora usate.
La visita all'istituto mi ha fatto sentire in dovere di raccontare la storia di Marie. Nei miei film, come ad esempio Emotivi anonimi, ho sempre cercato di raccontare di individui considerati diversi dagli altri e per tale ragione emarginati. Ciò che ho trovato di emozionante nella storia della Heurtin è il carattere eccezionale di suor Marguerite e la sua incrollabile convinzione di poter riuscire a tirar fuori la giovane Marie dal suo carcere interiore. Il legame che si crea tra le donne permette alla religiosa di sperimentare qualcosa che generalmente non le apparterrebbe: l'amore materno. Il legame ovviamente comprende anche un'inevitabile separazione che avviene nel momento in cui il processo di apprendimento di Marie si avvia alla conclusione».
In Marie Heurtin a interpretare suor Marguerite è l'attrice Isabelle Carré mentre la giovane Marie ha il volto di Ariana Rivoire.
FATTI STORICI
Nella seconda metà dell'Ottocento, l'istituto Larnay, convento vicino a Poitiers in mano alle congregazione delle suore della Sapienza, ha accolto un cospicuo gruppo di bambini sordo-ciechi per dare loro un'istruzione e insegnargli come comunicare attraverso il linguaggio dei segni. A portare all'attenzione mondiale l'esperienza dell'istituto è stato Louis Arnould con il suo Un'anima in prigione, in cui il pedagogo descriveva minuziosamente il metodo perseguito da una certa suor Marguerite per l'educazione di Marie Heurtin, una ragazza sordomuta e cieca sin dalla nascita.
Marie Heurtin, spesso definita come la Helen Keller francese, è arrivata a Larnay nel marzo del 1895 all'età di dieci anni in condizioni forse ancora peggiori della bimba americana: strepitando e dimenandosi come nessun'altra, Marie necessitava di essere tirata per braccia e gambe ed era impossibile sapere a priori se avesse mai potuto imparare qualcosa dal momento che non vedeva, non sentiva e non aveva il dono della parola.
Dopo mesi di lotte e duro lavoro, suor Marguerite ottenne un primo successo nell'insegnarle il linguaggio dei segni quando riuscì a stabilire un legame con Marie grazie al coltello da tasca verso cui la ragazza mostrava grande affetto. Superate le difficoltà, Marie imparò successivamente a leggere il linguaggio Braille, a usare una macchina da scrivere, a giocare a domino, a cucire, ad apprendere lezioni di storia e geografia, e a divenire una giovane e delicata donna.
Note
Ispirato a una storia vera.
Trailer
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Commenti (4) vedi tutti
Un'anima che ne salva un'altra in una catena d'amore senza fine. 8
commento di BradyUn piccolo gioiello pervaso da una grande carica umana. Finale struggente.
commento di bombo1Film dai contenuti duri e pesanti (non per tutti ...) ma comunque con un valore interno da apprezzare anche per la scelta della Storia e con bravi Interpreti (ma personalmente assai difficile da visionare ...) voto.7.
commento di chribio1Una serie di gravi handicap sensoriali riducono ad uno stato pseudo-vegetativo, sin dalla nascita, una ragazza di fine '800. Sarà compito di una giovane e gracile suora, farle scoprire il modo per percepire il senso delle cose ed apprezzare le meraviglie di un creato per troppo tempo a lei negato. Un film forte che sa emozionare con grazia.
leggi la recensione completa di alan smithee