Regia di Andreas Prochaska vedi scheda film
Seconda metà XIX secolo, Alpi austriache. In un paesino isolato, giunge Greider, un giovane viaggiatore statunitense in cerca di un alloggio per l'inverno. Ottenuta l'approvazione del capo del villaggio, l'anziano Brenner, Greider si stabilisce presso la casa di una vedova, la cui figlia Luzi è prossima al matrimonio. In quella località è assente qualunque forma di controllo statale; il potere è nelle mani di Brenner e dei suoi figli, personaggi prepotenti, che hanno inserito a loro favore tra le "leggi" della comunità una sorta di ius primae noctis. Poco dopo l'arrivo di Greider, la stagione fredda rende impossibile gli spostamenti, ed i figli di Brenner iniziano a morire, uno dopo l'altro. Il legame con la presenza del giovane americano è evidente. Ho visto questo film incuriosito da varie descrizioni, che riferiscono di dinamiche "western" inserite in un contesto "europeo". E' un'impostazione che confermo; la storia è ambientata in una valle alpina, all'interno della quale vive una comunità chiusa, abituata ad un quotidiano confronto con la natura ed ancorata a tradizioni ataviche. Qui le istanze della modernità non hanno potuto mettere radici; i valligiani, i cui avi stabilirono nel luogo spinti anche dalla fame, riconoscono come legge il volere dei membri della famiglia Brenner, i quali godono, tra l'altro, dell'appoggio del potere spirituale, rappresentato da un sacerdote compiacente. I tentativi di ribellione sono stati repressi con estrema violenza. Greider è "figlio" di uno di questi, e si reca sul posto con propositi di vendetta, che porta a termine, non senza difficoltà e grazie l'aiuto di una carabina Winchester - che ha portato con sè dagli Stati Uniti - e con la quale può tener testa a più avversari armati di semplici schioppi e doppiette. Luzi sarà la prima giovane donna a sottrarsi all'applicazione di una versione ampliata dello ius primae noctis in favore dei Brenner; era, infatti, tradizione che le giovani spose dovessero concedersi ai dominatori finchè fossero rimaste in stato di gravidanza. Questo il terribile segreto della valle svelato a circa metà del film, in grado di motivare l'ostilità verso lo straniero, ed anche la somiglianza tra molti dei membri della comunità, di fatto legati da vera e propria parentela. Il racconto ha un ritmo irregolare; nella prima parte la sceneggiatura si concentra sull'ambientazione, evidenziandone le asperità naturali ed i relativi disagi dei valligiani; induce la curiosità circa la vera identità di Greider - che si presenta come fotografo, ma appare poco credibile in tale ruolo - ed il suo legame con gli abitanti del luogo. Dopo i primi morti, giunge quasi improvviso lo scioglimento del mistero, già intuibile grazie ad alcuni flashback; l'oggetto del racconto diventa, pertanto, la vendetta, che giunge senza colpi di scena di rilievo. Nessuno degli attori mi ha impressionato, ne' in positivo, ne' in negativo. Sam Riley è Greider; porta a termine la propria missione con determinazione, giungendo a colpire anche persone ormai inoffensive per la loro tarda età, con scarso aiuto da parte degli altri valligiani - diffidenti sino all'ultimo quando non apertamente schierati con i potenti, a causa dei loro legami di sangue con essi - nonostante le complesse implicazioni sentimentali. Egli è infatti figlio del patriarca della famiglia Brenner, che uccide per ultimo. Dell'opera ho apprezzato la rappresentazione di ambienti, i costumi, la ricostruzione del contesto sociale, l'intreccio; un po' meno, lo scioglimento. Svelato il (prevedibile) mistero, la conclusione giunge dopo una lunga sequenza di incontri / scontri tra il protagonista e le persone oggetto della sua vendetta, ben realizzati - soprattutto il lungo combattimento contro i figli di Brenner nella boscaglia innevata - ma dall'esito scontato. Comunque, una buona prova per il regista Andreas Prochaska.
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