Trama
Marieme ha sedici anni e la sua vita sembra fatta solo di cose vietate dalla censura del quartiere e dalle regole della scuola. Quando incontra un gruppo di ragazze dallo spirito libero, la vita di Marieme cambia improvvisamente. Da quel momento, può vivere la sua età abbracciando la vita di strada, l'amicizia e talvolta anche la violenza.
Approfondimento
DIAMANTE NERO: UNA BANDA DI RAGAZZE
Scritto e diretto da Céline Sciamma, Diamante nero racconta la storia di Marieme, una adolescente che oppressa dalla situazione familiare, dalle scarse prospettive scolastiche e dallo strapotere maschile nel suo quartiere, inizia una nuova vita dopo aver incontrato un gruppo di tre ragazze dallo spirito libero. Cambiando nome, modo di vestire e comportamento, Marieme spera di trovare con loro la propria via verso la libertà.
Con la direzione della fotografia di Crystel Fournier, le scenografie di Thomas Grézaud e le musiche di Para One, Diamante nero è interpretato da un gruppo d quattro attrici alla loro prima esperienza cinematografica: Karidja Touré (è la protagonista Marieme, che appare in tutte le scene), Assa Sylla (è Lady, leader della banda femminile in cui entra Marieme), Lindsay Karamoth (è Adiatou, componente del gruppo dotata di rara parlantina e intelligenza) e Marietou Touré (è Fily, membro della banda tanto enigmatica quanto silenziosa). A spiegare meglio la genesi del progetto sono le parole della stessa regista, in occasione della presentazione di Diamante nero al Festival di Cannes 2014: «A scatenare il progetto sono state le ragazze adolescenti che vedo regolarmente nei dintorni dei centri commerciali, della metropolitana o delle stazioni ferroviarie di Parigi. Sempre insieme come in una banda, forti e vivaci, le ragazze hanno catturato la mia attenzione e ho voluto approfondire le loro storie, cercando nei blog a loro dedicati e documentandomi sulla loro estetica, sugli stili di vita e sui comportamenti.
Dietro la loro irresistibile energia, si nasconde un tema che mi è sempre stato caro nella mia attività da regista: la costruzione di un'identità femminile in un ambiente caratterizzato da pressioni sociali, restrizioni e tabù. Era mia intenzione continuare a indagare le questioni giovanili e le narrazioni iniziatiche ma volevo farlo prendendo in considerazione la realtà politica della Francia contemporanea. Anche se la storia è radicata nella società francese, appartiene alla sfera della mitologia cinematografica, parla di giovani sottoposti a restrizioni sociali e tabù: era meglio raccontarla sullo fondo francese per evidenziare come crescono le giovani donne provenienti dalle aree di minoranza povera. Si tratta di una storia di formazione e non di un film sui quartieri poveri o sulle periferie, che ho scelto invece di reinterpretare.
Ho scelta anche di usare il formato Cinemascope. Era quello che ritenevo più adatto per raccontare la storia di una gang e della solidarietà che si instaura tra le sue componenti».
Note
Frammenti d’esistenza, nessuna didascalia, zero moralismo: le banlieusard cantano Rihanna, e la scena è inno di grazia e beltà, non visione apocalittica, post-pasoliniana, di gioventù corrotta e mercificata. Non è solo la nemesi del coming of age e dei suoi canoni fissi, un film contro il mélo sociale lava-coscienza: Diamante nero è anche l’altro lato di Bling Ring.
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