Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA – FUORI CONCORSO
A dieci lunghi anni di distanza dalla sua ultima regia, torna il brillante e cinefilo regista Bogdanovich con una commedia brillante che parla di teatro, di registi brillanti e fedifraghi, di bionde avvenenti attricette disposte a scendere a molti compromessi pur di raggiungere la meritata fama; e di molti altri personaggi intriganti ed intrigati tra di loro in una fitta rete di relazioni interpersonali che rendono la sceneggiatura scoppiettante e fresca, divertente e dai tempo comici brillanti che ricordano il migliore Woody Allen.
Un regista Bogdanovich che ha sempre saputo giostrarsi con ottima abiltà in molto generi cinematografici spesso disparati: dal teso ottimo thriller d'esordio Bersagli (ultimo film di Boris Karloff), al drammatico dittico dell'America ribelle e fiera di L'ultimo spettacolo e Texasville, alle frizzanti intelligenti commedie scatenate tipo Ma papà ti manda sola, a cui questa sua ultima produzione in qualche modo si adegua per ritmo indiavolato, verve narrativa e brillantezza ed arguzia di situazioni.
Storie d'attori insicuri, di registi fedifraghi, di spettacoli da allestire (come in Rumori fuori scena), commedia degli equivoci e degli imprevisti, arricchita di bizzarri personaggi di contorno che rubano la scena e si impossessano del "palco" con (sado)masochistica grinta (la Aniston su tutti, nel ruolo della psicologa spiattella-sentenze isterica e con mestruo permanente, ruba la scena agli altri pure brillanti e coinvolti interpreti). Tra gli attori coinvolti, spiccano senz'altro Owen Wilson, regista in libera uscita sentimentale, la carina e brillante Imogen Potts nei panni della protagonista Isabella, ragazza squillo dal cuore tenero, ma determinata a migliorare il proprio tenore di vita sfondando nel mondo dello spettacolo, Kathryn Hahn, energica indomita moglie-attrice del protagonista, e pure l'amata e sempre bella, nonostante il trascorrere inesorabile del tempo, Cybil Sheperd, attrice feticcio del nostro ottimo regista nella sua fertile e qualitativamente eccellente produzione anni '70, e vera destinataria del ruolo da protagonista quando anni prima la sceneggiatura doveva essere rappresentata sotto forma di spettacolo teatrale.
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