Regia di Iain Forsyth, Jane Pollard vedi scheda film
Il 20000esimo giorno di Nick Cave sul pianeta Terra, raccontato da lui stesso: una vita quieta fra sala d'incisione e macchina da scrivere, con qualche ispirata chiacchiera con fidati amici.
Un progetto autoagiografico in fin dei conti riuscito, quello di 20000 days on Earth: Nick Cave racconta Nick Cave, e lo fa naturalmente come solo Nick Cave potrebbe farlo. Cioè autoesaltandosi, in maniera talvolta perfino apertamente spudorata, e concedendo alla banalità qualche spazio di troppo. Per il resto, un documentario confezionato benissimo (dagli esperti Iain Forsyth e Jane Pollard, che collaborano alla sceneggiatura con il cantante australiano) e non privo di momenti interessanti, con qualche rara comparsata però significativa: Kylie Minogue (con cui Cave cantò il suo brano forse di maggior successo, di sicuro quello più pop: Where the wild roses grow), l'attore Ray Winstone, i musicisti e collaboratori Warren Ellis e Blixa Bargeld, già leader degli storici Einsturzende Neubauten. A tratti i toni sono quelli di uno special televisivo (di atmosfera noir, chiaramente), con un blando montare di finta tensione e battute a effetto fin troppo prevedibili; eppure si percepisce pienamente la genuinità del prodotto e lo spirito autarchico del personaggio al centro del lavoro, che può peccare di scarsa autoironia, ma di sicuro non di disonestà. 5,5/10.
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