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L'assassino abita al 21

Regia di Henri-Georges Clouzot vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'assassino abita al 21

di ethan
8 stelle

Parigi è scossa da una serie di omicidi, che si sospettano essere commessi da un assassino seriale, in quanto sui corpi senza vita vine sempre ritrovato un biglietto con la scritta Monsieur Durand. La polizia incarica delle indagini il Commissario Wens (Pierre Fresnay), che seguendo una pista, pensa che il killer si annidi al n. 21 nella pensione le Mimose dove, travestito da prete, incomincia la sua investigazione e conosce una eterogenea fauna umana, composta da una strampalata padrona di casa (Odette Talazac) e il suo ancor più strambo cameriere (Marc Natol), un illusionista dal nome esotico (Jean Tissier), un artigiano (Pierre Larquey), un'anziana scrittrice (Maximilienne), un medico in pensione (Noel Roquevert), Kid Robert, un cieco (Jean Despeaux) e la donna che si prende cura di lui, Vania (Huguette Vivier), ai quali si aggrega Mila Malou (Suzy Delair), compagna del commissario e aspirante cantante. La risoluzione del mistero sarà a dir poco clamorosa!

'L'assassino abita al 21' è il felice esordio dietro la macchina da presa di Henry-Georges Clouzot che partendo dal romanzo di Stanislas-André Steeman, con lo stesso co-sceneggiato, trasferendo l'azione da Londra a Parigi, centra il bersaglio con un riuscito mix tra commedia e thriller dal ritmo vertiginoso, dal quale non è estranea la lezione della commedia americana anni '30, con dialoghi sagaci, ironici e scoppiettanti e dotato di una sapiente direzione attoriale, con un esito corale di assoluto livello, dove ogni attore, per quanto piccola o grande sia la sua parte, dà il meglio di sé.

L'intreccio è molto ben architettato e il film conserva una freschezza e una leggerezza che fanno si che esso non risenta degli oltre settant'anni - uscì nel 1942, in piena occupazione nazista della Francia - di vita cinematografica, ovvero un'eternità.

Fantastiche le sequenze  dei primi due omicidi, mostrati dalla soggettiva dell'assassino, una tecnica che verrà usata (e spesso abusata) da molti cineasti del cinema a venire, basti pensare, restando nel cinema di casa nostra, a Dario Argento o a Brian De Palma in quello americano e impagabili i duetti tra un grande Pierre Fresnay e la stupenda Suzy Delair, i quali mettono in scena una vera e propria 'guerra dei sessi'.

Voto: 8.

 

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