Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima”, tante, troppe volte lo abbiamo sentito ripetere, e in parte è la base da cui parte lo sviluppo dell'eccellente trama sviluppata in ottimi sequenze e inquadrature dal regista Mike Cahill, supportato dall'eccellente fotografia di Markus Förderer che sviluppa tutto attraverso l'uso della luce, lasciando da parte le ombre e il buio per i momenti introspettivi o tragici. Tra porte che si aprono e porte che si chiudono, in base al racconto delle varie fasi della vita dei protagonisti, è estremamente affascinante la connessione tra la vita in atto e le vite vissute, raccontata da un gruppo di scienziati dalla diffidenza estrema, come è lecito che sia per chi tenta di dare una spiegazione a tutto ciò che ci circonda ma la morte, il suo avvento e ciò che la precede, la vita stessa, resta il mistero irrisolto dalle molteplici sfaccettature, capace sempre di mettere in discussione ogni convinzione. La notevole interpretazione di Michael Pitt e Brit Marling, senza nulla togliere alla bravissima quanto cupa e nostalgica Àstrid Bergès-Frisbey, contribuiscono ad esaltare l'intensità di questa pellicola. La parentesi dopo i titoli di coda, contribuisce ad ampliare l'aura di fascino che circonda l'intera pellicola.
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