Regia di Mike Cahill (II) vedi scheda film
La trama
Ian Gray è un ricercatore ossessionato dallo studio dell'occhio, un organo che a suo avviso nel corso della storia si è evoluto, al contrario di quanto sostengono i creazionisti. Una sera incontra ad una festa una ragazza, Sofi, e rimane stregato dal suo apparato visivo. Dopo averne perso le tracce, ritrova la ragazza con la quale inizia una relazione che li porta alle soglie del matrimonio, che non viene però celebrato perché Sofi perde la vita in un fatale incidente nell'ascensore. Dopo un periodo di depressione, Ian sposa la propria assistente dalla quale ha un figlio, la cui scansione dell'iride si rivela uguale a quella di un individuo deceduto qualche tempo prima della nascita. Intuendo la possibilità di un fenomeno di trasmigrazione delle anime, il protagonista, aiutato da un amico che ha accesso alla banca dati delle scansioni dell'iride, si reca in India alla ricerca di una bambina che risulta avere gli stessi occhi della vecchia fidanzata, Sofi.
Il film
L'ipotesi della metempsicosi legata alla conformazione dell'iride è suggestiva ma anche un po' da baraccone, e sarebbe un sollucchero per una puntata di Voyager di Roberto Giacobbo. Opinabile e tormentata anche la genesi del discutibile titolo che non può non far pensare ai prodotti Apple: Cahill scrive un film, intitolato "I" e lo vende alla Fox Searchlight, ma non riesce a svilupparlo come vorrebbe, così pensa di dedicarsi al suo prequel, che quindi chiama "I Origins". Attendiamoci quindi sequel. Discutibile a parere di chi scrive anche la scelta del protagonista, con quella faccia da nerd pirlotto poco convincente, mentre il resto del cast non se la cava male. Anche l'insistenza fastidiosa non motivata sul numero 11 che appare ad ogni pié sospinto sembra essere pretestuosa e di dubbio gusto. In definitiva la pellicola risulta sufficientemente interessante, ma delude le aspettative perché non riesce a sfruttare i promettenti spunti iniziali, come all'inizio quando l'esperimento sul verme passa presto in secondo piano e viene liquidato frettolosamente. Al di là di qualche passaggio nella vicenda decisamente scontato, vedi la ricerca della bambina, è da apprezzare invece la scelta del regista di optare per un finale interlocutorio.
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