Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Un uomo (Totò) si barrica in un gabinetto: ha perso la memoria e vorrebbe riacquisire la propria identità; seguirà un lungo processo, in cui verranno fatte diverse ipotesi ma tutto sarà invano.
Sergio Corbucci prende spunto dal caso Bruneri-Canella e del susseguente processo, che durò dal 1927 al 1931: il soggetto (scritto dal fratello Bruno e da Giovanni Grimaldi e dai medesimi sceneggiato) si prestava a creare qualcosa di interessante ma il regista è incerto su che registro tenere; ne esce quindi un film ibrido, dove le parti comiche non sono molto divertenti e le parti diciamo così drammatiche hanno un andamento serioso, che non convince appieno e fa a pugni con il resto.
E' un peccato poiché Corbucci è, tra i tanti cineasti che hanno diretto l'attore napoletano, uno di quelli che ha sfruttato al meglio la mimica facciale di Totò, usando più di una volta primi e primissimi piani, al contrario di tanti altri registi, che han preferito inquadrarlo in totale o figura intera, mettendo più in luce le sue qualità marionettistiche-buffonesche e alcune delle sue abituali spalle, come Macario, Nino Taranto e Aroldo Tieri sono qui in gran forma.
Il risultato non è un film brutto ma, tutto sommato, irrisolto.
Voto: 5,5.
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