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Gemma Bovery

Regia di Anne Fontaine vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su Gemma Bovery

di Fanny Sally
6 stelle

Nella ridente e amena provincia di Normandia, la vita di Martin Joubert, riservato panettiere di provincia con la passione per la letteratura e una vera ossessione per il romanzo di Flaubert Madame Bovary, si trascina tranquilla e monotona, fino al giorno in cui una coppia di inglesi, i Bovery, si trasferisce di fronte casa sua. Incuriosito dal loro cognome simile e volenteroso di aiutarli ad ambientarsi, Martin inizia a frequentare assiduamente i nuovi vicini, infatuandosi perdutamente della bella e insoddisfatta Gemma, nei cui enigmatici tormenti rivede la sua eroina letteraria preferita, fino ad estreme conseguenze.

 

La regista Anne Fontaine riesce con sapiente sensibilità a far immedesimare lo spettatore nei sospiri, nelle ansie e nei deliri del sognatore Martin che, cercando in tutti i modi di cambiare il finale tragico della storia, non fa altro che tentare di fuggire dalla sua grigia esistenza, di avere un ruolo attivo, di sentirsi essenziale per la vita di qualcuno, di mentire per ciò che prova realmente per la seducente inglesina, del tutto ignara del proprio destino.

 

Il veterano Fabrice Luchini si cala nella parte con la consueta bravura e sottile ironia, tracciando un personaggio ricco di sfumature e a suo modo drammatico, la solare Gemma Artenton, con il suo fascino esuberante e naturale, incarna con grazia un oggetto del desiderio non privo di ombre, entrambi sono i perfetti protagonisti di questa deliziosa commedia agrodolce immersa nell’incantevole campagna francese, che si presta con i suoi colori delicati e seducenti, le sue forme semplici ed eleganti, le sue luci soffuse ad accogliere fantasie amorose ora sussurrate, ora consumate con passione, in un costante equilibrio tra poetiche citazioni letterarie e banale dramma del quotidiano.

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