Regia di Anne Fontaine vedi scheda film
«Mi sento come un regista che ha appena esclamato “Azione!”» esclama il panettiere Fabrice Luchini guardando la bellissima Gemma Bovery (Gemma Arterton) andare incontro a quello che sarà il suo giovane amante, o forse lo è già, immaginando i loro dialoghi come li avesse scritti lui, rodendo di gelosia, illudendosi di essere davvero demiurgo di una storia che non ha mai scritto, pur essendone il narratore. Che sapienza. Diretto da Anne Fontaine ispirandosi al romanzo grafico di Posy Simmonds (già autrice di Tamara Drewe) e con il grande Pascal Bonitzer (Cherchez Hortense) alla sceneggiatura, Gemma Bovery racconta di un uomo dalla passione in letargo che passando attraverso un miraggio letterario flaubertiano, pensa di dominare eventi con al centro una splendida donna inglese, suo marito, i suoi amanti presenti e passati. Grazie anche alla prova “leggera” di due protagonisti in stato di grazia (Luchini è sempre spaziale, ma Arterton è una sorpresa) e a una scrittura sublime, il film è la commedia perfetta. Che oltretutto risolve il rovello per antonomasia: ma la vita imita l’arte? Secondo il nostro panettiere (nel memorabile epilogo incontra... Anna Karenina!) sì. In verità no, ma ci illude che sia così, esattamente come il cinema. Puro Bonitzer, diranno gli esperti di cinema francese, Rivette e compagnia cantante. Sì, ma per una volta lasciamo la cinefilia fuori dalla porta e godiamoci lo straordinario gioco di squadra.
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