Regia di Garson Kanin vedi scheda film
È la Vigilia di Natale. Polly Parrish sta per concludere la sua esperienza presso i magazzini Merlin. Il proprietario, infatti, recapita alle dipendenti auguri e lettera di licenziamento. I grandi magazzini, che hanno venduto quanto più possibile, sono pronti a rimettere sul mercato la forza lavoro, ancor prima che l'albero finisca nella pattumiera. Non bastasse il ventilato licenziamento la giovane commessa passa di fronte alla "casa del trovatello" mentre una donna anziana abbandona un bambino. D'istinto Polly lo raccoglie dalla soglia dov'è stato appoggiato mentre uno sguardo severo ed inquisitore apre la porta. Destinata a rimanere senza lavoro alla fine del pomeriggio Polly viene scambiata per la madre del bambino, invitata ad entrare e apostrofata per il gesto compiuto. La risata divertita della giovane donna non riesce a chiarire l'equivoco. Polly dovrà farsi carico delle responsabilità altrui mentre una girandola di qui pro quo coinvolge lei, il signor Merlin, il rampollo di famiglia, un collega vendicativo e gli zelanti impiegati del brefotrofio.
Negli anni della grande depressione probabilmente non era così inusuale assistere alla scena raccontata ad inizio film. La crisi economica aveva ridotto sul lastrico il proletariato per cui era comune affidare piccole bocche da sfamare alla carità dei ricchi. Oggi può sembrare orribile ma all'epoca, per quanto esecrabile fosse considerato tale comportamento, vi era una certa abitudine all'accoglienza e, almeno in parte, alla comprensione. Lo dimostra lo zelo dei responsabili dell'istituto chiamati ad agire per tutelare il minore davanti al licenziamento della "nubile" Polly Parrish.
Garson Kanin che insieme allo sceneggiatore "premio Oscar" Norman Krasna, sviluppò il soggetto di Felix Jackson, prese spunto da una piaga del folle capitalismo americano senza la benché minima intenzione di trasformare la sua pellicola in un manifesto militante. Kanin, a contrario, tessé un canovaccio leggero e malizioso in cui i problemi sociali erano parte integrante ma non elemento di primissimo piano del racconto. Il film doveva apparire come la più classica delle screwball comedy e l'unica cosa che si chiedeva alla trama erano equivoci verosimili e dialoghi ritmati capaci di sorreggere l'impalcatura di un confronto serrato tra una donna di origini modeste ed il ricco farfallone erede di un impero commerciale.
Nella bacchettona italica patria il film di Kanin uscì nelle sale nel dopoguerra. Probabilmente fu ostracizzato dal regime per le tematiche scabrose sottese. Quando finalmente uscì nel 1947 venne tradotto in modo da comunicare tutto l'imbarazzo di fronte alla questione. Contrariamente il titolo originale "Bachelor Mother" alludeva allo stato civile della protagonista, una scaltra ragazza che riusciva ad adattarsi alla situazione e riprendersi il lavoro di cui era stata privata.
La produzione riuscì a dribblare le insidie della censura adottando un elegante stratagemma: l'onore di Polly rimaneva illibato mentre una falsa proiezione del personaggio la rendeva equivoca agli occhi degli altri. Il pubblico si rifletteva nei valori della ragazza come l'onorabilità e l'esaltazione dell'istinto materno che le appartenevano, inequivocabilmente, e si mostravano nei momenti opportuni della storia. Il personaggi secondari, dal canto loro, vedevano in Polly la totale assenza di principi morali. Polly non era sposata ma aveva un figlio che aveva, per giunta, abbandonato. Quel che è peggio aveva intrattenuto una relazione sconveniente con il figlio del capo dimostrando tutto il suo opportunismo nell'incastrarlo ai propri doveri. Insomma la giovane commessa era tutto ciò che ci si aspettava da una onorabile ragazza americana benché la diversa percezione della sua persona lasciasse intendere un comportamento scostumato, degno della censura di un'autorità morale superiore che dovesse vigilare sul buon costume del paese e delle donne in particolare.
A mio avviso "Situazione imbarazzante" è una commedia deliziosa che, come un edera, si avviluppa intorno al personaggio di Polly, una ragazza decisa a mantenere il controllo della propria vita.
La diva Ginger Rogers interpreta la giovane commessa con ironia e si esibisce in una fallimentare gara di ballo prendendosi gioco dei fasti di reginetta della danza archiviati pochi anni prima. David Niven le tiene testa con l'elegante aplomb britannico di cui era naturalmente dotato.
Il film di Kanin manca forse di un po' di ritmo. Ciò non gioca a favore dei tempi comici sin troppo dilatati. Manca un po' del brio sconclusionato della screwball ma la pellicola del regista di "Le mie due mogli" fa dell'astuzia
femminile e dell'ironia il proprio peculiare punto di forza. Tra improbabili nonni, relazioni clandestine, maternità fuori luogo e amori da pettegolezzo Kanin seppe farsi beffe di una società ipocrita e conservatrice con disinvoltura e divertita complicità. Regista da riscoprire.
RaiPlay
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