Regia di Adam Wingard vedi scheda film
Thriller derivativo che contamina con genuina disinvoltura le classiche tematiche della minaccia che viene dall'esterno con la commistione di registri tipica della dark comedy americana, si riconverte nel finale fracassone di una involontaria commedia degli equivoci: dopo tre giorni non è l'ospite a puzzare, ma i cadaveri dei poveri padroni di casa
Reduce dal fronte irakeno, il giovane e fascinoso David si presenta a casa della famiglia del suo amico e commilitone Caleb, deceduto sul campo di battaglia. Grazie al suo carisma ed ai suoi modi spicci il ragazzo si guadagna ben presto la confidenza e la fiducia di tutti i membri, fatta eccezione per la bella e diffidente Anna che non vede di buon occhio il nuovo arrivato. Una serie di inspiegabili omicidi finiranno per confermare i suoi più terribili sospetti.
Thriller derivativo che contamina con genuina disinvoltura le classiche tematiche della minaccia che viene dall'esterno (il solito reduce con sospetti di stress post traumatico) con la commistione di registri tipica della dark comedy americana che principia con l'istillare paure e finisce con l'elargire sorrisi, è in realtà una favoletta action costruita sulle fascinazioni di un Djinn dagli occhi azzurri che cerca di fare leva sulle debolezze di una famiglia americana tipo (l'istinto materno della moglie, le ambizioni lavorative del marito, le insicurezze di un adolescente bullizzato, le fregole di una biondina in calore), alla ricerca di un focolare domestico in cui mimetizzarsi e sfuggire alla caccia sadica degli sgherri che l'hanno liberato dalla lampada. Il gioco combinatorio dei luoghi comuni sembra quindi suggerire un uso consapevole e funzionale delle solite dinamiche tra teen-comedy e spy-thriller, ma finisce per perdere molti degli spunti su cui si fonda il credito di tensione accumulato nella prima parte a causa di un plot che perde pezzi per strada: dalle scene solo accennate alle psicologie appena abbozzate, per concludersi nel pirotecnico e rocambolesco epilogo di un finale fracassone dove un signor ammazzatutti che sogna il chirurgo di Johnny il bello pur non avendone bisogno scatena l'Armageddon alla Rambo per eliminare i pochi e inconsapevoli testimoni delle sue implausibili malefatte. Insomma quando l'impiego delle forze (e delle risorse) non sembra affatto commisurato al pericolo che si vuole fronteggiare, la suspense di un onesto trhiller d'azione finisce per riconvertirsi nella presa in giro di una involontaria commedia degli equivoci: "sembra carino" ed anche se ti ha appena sterminato la famiglia finisci lo stesso per empatizzare con lui. Messa in scena nella media del genere, compresi stacchi di montaggio che utilizzano le belle musiche a disposizione (Haunted When The Minutes Drag dei Love And Rockets su tutte) ed interpreti che promettono migliori shooting prossimi venturi: dalla Maika Monroe nuova reginetta sexy-horror perennemente ripresa con vertiginose inquadrature dal basso al nuovo Ryan Goshling dei poveri di un Dan Stevens che scimmiotta un Jason Bourne appena fuggito da un manicomio militare dell'Area 51.
Quando dopo tre giorni non è l'ospite a puzzare, ma i cadaveri dei suoi sprovveduti padroni di casa.
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