Regia di William Eubank vedi scheda film
Nic (un valido ed espressivo Brenton Thwaites) è un ragazzo affetto da una forma progressiva di distrofia muscolare che lo destina ad una probabile paralisi. Per questo motivo cerca di convincere la sua ragazza a lasciarlo, e mentre con lei e l'amico Jonah (Beau Knapp), entrambi pirati informatici per diletto, si accingono a portare la ragazza, Haley (Olivia Cooke), in California, si imbattono nelle gesta di un fantomatico hacker di nome Nomad, che li sbugiarda e spia al punto da spingere i tre a stanarlo, deviando di poco il loro tragitto.
Lo raggiungono in pieno deserto, ma, trovando l'abitazione del tizio vuota e con segni di incursioni vandaliche, tentano di andarsene, finché la ragazza viene improvvisamente catturata da una entità che la solleva da terra facendola sparire, e loro finiscono per perdere i sensi.
Il nostro claudicante protagonista si ritroverà imprigionato in un centro sperimentale sotterraneo nascosto in pieno deserto, ed osservato come fosse un alieno simile a quella forma di vita in cui hanno avuto la sventura di imbattersi.
Dopo aver scoperti che la sua ragazza è in coma e che il suo amico risulta scomparso, Nic cerca di trovare le forze per fuggire da quel labirinto sotterraneo, portandosi dietro Haley ancora esanime.
Nella fuga i tre avranno modo di incrociarsi, ritrovandosi i due ragazzi fisicamente mutati con arti artificiali che sostituiscono i loro risultati difettosi per circostanze naturali o inerenti le vicissitudini vissute.
La loro avventura proseguirà con una serie mozzafiato di situazioni, inseguiti come saranno dall'implacabile Dott Damon (non a caso "nomad" al contrario), interpretato in modo pertinente da un mefistofelico e misterioso Laurence Fishburne personale di quella base segreta, impegnati a fermare i tre testimoni di un evento decisamente incredibile e che gli studiosi intendono far rimenere segreto.
Secondo film di un regista particolarmente appassionato di fantascienza, quel William Eubank che ci ha recentemente positivamente sorpreso in sala con l'incalzante, claustrofobico e "sottomarino" Underwater, forte di una affascinante e platinata Kristen Stewart in bichini, The Signal si sviluppa come un thriller incalzante e sin a tratti farraginoso nella sua impalpabilità, se non proprio inconsistenza di fondo, nel suo gioco sadico ma efficacemente calibrato a rimandare lo svelamento del segreto, ma che gioca bene le sue carte poggiando su una suspence in crescendo imperniata sul non detto ed il non visto, facendo saggiamente leva sul mistero di una leggenda ormai galvanizzante come è quella degli avvistamenti Ufo nelle zone desertiche del Nevata tipo l'Area 51.
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