The Signal è un pessimo tentativo di adescare nuove generazioni, che probabilmente non hanno visto l'interessante Dark City di Alex Proyas, o che si sono emozionate davanti agli effetti strabilianti di unione tra umano e tecnologie aliene in District 9 di Neill Blomkamp, solo per citarne un paio ma si potrebbe andare avanti a lungo. Con un look inizialmente da mockumentary alla Blair Witch Project per poi cambiare a videoclip scadente (Titanium di David Wilson dal brano di David Guetta è nettamente superiore) in cui inquadrature, effetti video, sfocature ed altri mezzi digitali non vengono utilizzati per fini narrativi o estetici ma per mascherare ed integrare la computer graphic, The Signal ha una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti. Un film sicuramente a basso budget, ma con buchi narrativi importanti, oltre ad essere superfluo e non sperimentale, in quanto tutto è stato già detto, scritto, realizzato meglio in passato.
Com'è di moda nelle ultime saghe dei teen-movie, ho trovato forzate ed accessorie la storia d'amore e d'amicizia "usa e getta", affibbiate a personaggi bidimensionali che potrebbero essersi conosciuti casualmente poche ore prima, inserite senza alcuna passione. Non c'è bisogno di scomodare mostri sacri della fantascienza: il film di William Eubank è un patchwork abbozzato e mal riuscito di idee non originali, di tentativi goffi e superflui assolutamente dimenticabile.
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