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The Signal

Regia di William Eubank vedi scheda film

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La recensione su The Signal

di maurizio73
7 stelle

Lungo la strada che li conduce dal New Mexico in California, dove si recano per accompagnare la fidanzata di uno di loro, due amici e studenti di informatica del MIT intercettano lo strano segnale di un sedicente hacker che dice di chiamarsi NOMAD e che li sfida a trovarlo. Arrivati in un isolato capanno nel deserto dove avrebbero individuato l'IP di origine del misterioso interlocutore informatico, i tre si ritrovano loro malgrado vittime di una misteriosa entità aliena che li riduce in fin di vita. Risvegliatisi in un supersegreto bunker governativo, vengono trattenuti e studiati come gli straordinari superstiti di una allarmante contaminazione extraterrestre. La loro disperata e inutile fuga dalle ambigue attenzioni del programma di studio però, gli rivelerà ben presto una realtà ben diversa e inquietante.

 

locandina

The Signal (2014): locandina

 

Gia autore di un 'concept' all'insegna di un intimismo fantascientifico con ambizioni filosofiche nel suo esordio di due anni prima con 'Love', il giovane William Eubank si ripete con questo secondo capitolo di una ricerca cinematografica 'border line' che coniuga furbescamente l'estetica ammmiccante del videoclip (preponderanza delle musiche extradiegetiche nei momenti significativi, alternaza di campi lunghi e stretti, abuso dello slow motion), le spiazzanti contaminazioni narrative che vanno dal 'teen road movie' del prologo alla 'caccia all'uomo' dell'epilogo e le atmosfere sospese e inquietanti di un thriller metafisico sempre in attesa di una sorpresa finale che pare non arrivare mai.

 

Laurence Fishburne

The Signal (2014): Laurence Fishburne

 

Se è vero che almeno la prima parte si fonda sull'interessante dissimulazione di un gioco a carte coperte sull'ambiguità concettuale nei territori dickiani di un'alterità sospesa tra 'umano e non umano' ('Ma gli Androidi sognano pecore elettriche?') e dove non è ben chiaro chi manipola chi (con tanto di simil test "Voight-Kampff" sul grado di reattività emotiva e cognitiva dei soggetti coinvolti), la seconda sembra ricapitolare confusamente tanto l'incombenza straniante di una minaccia aliena sulla sicurezza planetaria ('The Day the Earth Stood Still' - 1951 Robert Wise) quanto la paradossale angoscia claustrofobica di una 'caccia sadica' nelle sconfinate location (posticce) di un deserto del New Mexico che finisce inevitabilmente per assomigliare a quelle Californiane del grande inganno governativo del 'Capricorn One' di Peter Hyams (1977). 

 

 

 

 

 

Un cinema che quindi sembra giocare sugli effetti scenografici e meta-filmici di una 'trappola per topi' a cielo aperto e dove il classico tema dell'identità e dell'alienazione (in senso letterale) viene declinato nella disperata fuga di esseri cibernetici che 'urlano e si dimenano durante la loro ora' sul palco di una rappresentazione sadica e crudele ('Westworld' Michael Crichton - 1973), il set posticcio di una città fantasma contrassegnata dalle false mappe e dai codici di una geografia virtuale la cui sommatoria rimanda al topos per eccellenza delle teorie del complotto alieno in terra d'America (cit. Area 51).

 

 

Niente di male se non fosse che la voglia di sbalordire a tutti i costi sembra prendere un pò troppo la mano dell'autore che finisce per accumulare situazioni e colpi di scena in un crescendo di prospettive e spiazzanti rivolgimenti scenografici e dove pare perdersi e confondersi tanto il senso minoritario di una sottotrama sentimentale senza sbocco quanto quella principale di una consapevolezza ontologica che ci proietta nell'impassibile orbita di una stazione spaziale che avevamo scambiato inopinatamente per la soglia di casa nostra. Presentato al Sundance Film Festival 2014.

 

 

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