Trama
Etiopia, 1996. Meaza Ashenafi è una giovane avvocatessa che opera in sintonia con il governo per fornire servizi gratuiti a donne e bambini bisognosi. La sua carriera e la sua stessa sopravvivenza saranno minacciate dal delicato caso di Hirut Assefa, una quattordicenne che, dopo essere stata rapita mentre tornava da scuola da un agricoltore ventinovenne con il desiderio di prenderla in moglie, ha ucciso l'uomo per ritrovare la sua libertà.
Approfondimento
DIFRET: LA TRAGEDIA DEI RAPIMENTI PER MATRIMONI IN ETIOPIA
Diretto e scritto da Zeresenay Berhane Mehari, Difret si basa su una storia vera e racconta dell'odissea della quattordicenne Hirut, una ragazza etiope che, rapita per andare in sposa, finisce con lo sparare al futuro marito. Nel suo villaggio, i sequestri di persona per matrimonio (i cosiddetti telefa) rappresentano una delle tradizioni maschiliste più radicate nella società e chiunque sembra subirli passivamente. La coraggiosa Hirut viene quindi accusata di omicidio e a difenderla arriva Meaza Ashenafi, una avvocatessa chiamata a confrontarsi tra l'equiparazione dei diritti civili e il perpetuarsi delle tradizioni.Nato e cresciuto ad Addis Abeba, a sole tre ore di strada dal villaggio in cui la storia ha avuto realmente luogo, Zeresenay Berhane Mehari ha tratto ispirazione per il suo primo lungometraggio dall'incontro con l'avvocatessa Meaza Ashenafi, la fondatrice di una pioneristica organizzazione in difesa dei diritti e della dignità delle donne che ha difeso la vera Hirut Assefa. Accaduto nel giugno 1996, il caso di Hirut ha rappresentato il primo passo verso il lungo processo di riconoscimento dei diritti delle donne in Etiopia.
ATTORI ETIOPI E IL SOSTEGNO DI ANGELINA JOLIE
Sostenuto dall'associazione Truth Aid, Difret è stato girato in 35 mm in Etiopia e ha visto la luce grazie ai finanziamenti raccolti con due campagne di crowdfunding su Kickstarter e all'aiuto dell'artiste Julie Mehretu e Jessica Ranking. Poco prima della proiezione al Sundance 2014, Difret ha anche ricevuto l'appoggio di Angelina Jolie, divenuta produttrice esecutiva del film.
Dopo oltre quattrocento provini, il ruolo dell'avvocatessa ed attivista Meaza Ashenafi è andato all'etiope Meron Getnet, attrice e star televisiva molto nota nel suo paese, mentre il personaggio della quattordicenne Hirut è interpretato dalla giovanissima Tizita Hagere, scoperta in un centro di recitazione doposcuola di Addis Abeba.Al suo primo impegno come professionista, la Hagere aveva alle spalle un vissuto difficile da dimenticare: ospite di un orfanotrofio insieme ad altri 90 bambini, ha visto morire il padre ed è stata separata dalla madre sieropositiva.
Il resto dei 71 ruoli parlanti e delle 300 comparse presenti in Difret sono stati assegnati a cittadini etiopi, molti dei quali non attori.
LE LEGGI CONTRO IL TELEFA
Una legge del 1957 prevede per il telefa, considerato reato punibile, pene fino a tre anni di reclusione. Secondo la stessa legge, tali pene decadono nel momento in cui il rapitore e stupratore accetta di sposare la sua vittima. Il caso di Hirut Assefa e il clamore suscitato nel paese hanno però spinto il governo a rivedere nel 2004 il codice penale, prevedendo pene che possono superare anche i 15 anni. Nonostante ciò, l'applicazione di tale legge presenta è incoerente nelle zone più remote dell'Etiopia, a causa sia delle difficoltà di raggiungere le stazioni sia delle tradizioni fortemente ancorate tra la gente.
Dopo quasi due decenni dall'episodio, Hirut Assefa vive ancora lontana dalla sua città natale e dalla famiglia, a causa delle minacce di vendetta ricevute dai parenti dello stupratore.
Note
Stile spartano e inelegante per un film didascalico e asciutto, naïf e volenteroso, semplicistico ma esente da eccessi melodrammatici e spettacolari ricatti emotivi: Difret è l’equivalente di un articolo di cronaca internazionale con senso per il giusto e per lo storytelling, come una fiction tv di stampo civile. In apertura, occhi alla camera, l’endorsement engagé, global e commosso, della produttrice esecutiva Angelina Jolie. 1° Premio del pubblico al Festival di Berlino 2014.
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