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Il sipario strappato

Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film

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La recensione su Il sipario strappato

di scandoniano
8 stelle

Film del 1966 diretto dal maestro del brivido Alfred Hitchcock, questo “Il sipario strappato” è una bella spy story, tipica del filone spionistico di Hitch (“Intrigo internazionale” o “Topaz”). Dunque, ambientazioni internazionali (qui Copenaghen, Berlino, Lipsia), storia intensa, dannati imprevisti ed una buona dose di mistero spalmata per tutti e 120 i minuti di proiezione. Protagonisti Paul Newman, che è il prof. Michael Armstrong, e Julie Andrews (la sua fidanzata ed assistente, Sarah Sherman). La vita privata di Armstrong non coincide con quella professionale. Apparentemente è un innocuo prof. di fisica, ma sotto sotto nasconde qualcosa di misterioso perfino alla sua compagna. Quando questa decide di seguirlo, in aereo, non verso Stoccolma, ma in un luogo un tantino più rischioso, la cosa si complica e le vicende prendono quel meraviglioso ed incerto viottolo tipicamente hitchcockiano. Nonostante i denigratori di questo tipo di pellicole da parte di Hitch (a cui si preferiscono quelle tipicamente thriller del periodo del bianco e nero), “Il sipario strappato” (tra l’altro ennesima traduzione incoerente della cinematografia italiana) risponde con forza stentorea. Nonostante Hitch, Newman ed i produttori del film fossero poco convinti della pregnanza scenografica, è da sottolineare come siano proprio i gangli della storia a sancire la riuscita di quest’opera, da molti definita minore, del maestro inglese.
Alcune scene sono d’antologia: la scena della casupola di campagna, l’incontro col prof. Lindt (Ludwig Donath), la corsa in autobus, la ressa al teatro.

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