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Blackhat

Regia di Michael Mann vedi scheda film

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La recensione su Blackhat

di Baliverna
8 stelle

Un pirata informatico in galera viene scarcerato in libertà vigilatissima per aiutare l'FBI a catturare un terrorista che fa uso di virus e malaware per attaccare centrali nucleari e dighe. L'FBI però è ottusa come un bue e ben presto l'ex-hacker prende in mano la situazione.

Ho visto che ha numerose stroncature questo film di Mann, ma io non ci trovo difetti veri e propri. Forse il finale è troppo crudo per i miei gusti, ma per il resto...
Il regista mostra sempre una tecnica impeccabile e una grande fluidità del racconto. All'inizio vediamo una situazione di buoni contro cattivi, dove i buoni sono già opachi, però (l'FBI). Con il procedere del film, l'FBI perde via via i connotati positivi, per diventare un'organizzazione ottusa e burocratica, che finisce per rivolgersi contro chi lotta contro il crimine, e quindi per favorire i malviventi. I criminali informatici, dall'altro canto, sono cattivi e lo restano; anzi, ne viene mostrata sempre più la malvagità e la spietatezza. In mezzo troviamo l'ex pirata informatico che dà loro la caccia. Questo ne ha combinate di tutti i colori quanto a clonazione di carte e truffe alle banche, ma la sua condotta viene presentata se non buona, o quasi, perché non ha truffato i privati cittadini ma solo gli istituti di credito con il loro forzieri. Questi, che grattano i soldi con astuzia dalla povera gente, quelle truffe se le sarebbero praticamente meritate. In un piccolo dialogo, dove spiega la sua attività di hacker, l'ex-detenuto spara una raffica di mitra contro gran parte del sistema economico americano, e viene presentato dal regista in una luce sicuramente positiva. Che nella realtà i criminali informatici condividano la sua etica c'è però da dubitare...
La sceneggiatura è abile nel definire i personaggi con poco, ma in modo efficace. I criminali, ad esempio, sono sicuramente originali e convincenti. Rimane però un thriller (che però non definirei di azione!) dove va seguita soprattutto la trama (non facilissima). In generale, lo definirei vero cinema, che certe serie TV di grande successo tentano di imitare, come ad es. NCSI. La differenza tra questo film e la serie, per quel paio di episodi che ho visto, è che il primo mi piace, la seconda mi annoia a morte e persino mi irrita.
In generale la pellicola apre un inquietante spaccato sul terrorismo informatico, argomento che diventa sempre più attuale. Quanto allo stile di Mann, è uno dei pochissimi validi registi di questo dipo oggi, uno che può dire di possedere lo stile, senza ostentarlo o sbandierarlo. Del resto la sua regia è discreta, molto buona ma quasi invisibile. Niente mi infastidisce di più di un regista che ci dice: vedete come sono abile, il mio film è un capolavoro. Infine, tra gli indirizzi IP e la violenza del finale, la storia d'amore ha la sua consistenza e persino il suo romanticismo. Non è facile mettere assieme tutto ciò.

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