Regia di Pupi Avati vedi scheda film
"Un ragazzo d'oro" è stato un fiasco sia di pubblico che di critica e ha segnato uno dei punti più bassi nell'apprezzamento da parte degli addetti ai lavori dell'opera di Pupi Avati. Pur essendo un film nel complesso poco riuscito, forse non meritava il massacro critico a cui è stato sottoposto dalla quasi totalità della stampa e dei siti di cinema. Avati ha cercato di imbastire una trama su un giovane scrittore con disturbi comportamentali che cerca di rivalutare la figura del padre dopo la sua improvvisa scomparsa, ma si è perso in tutta una serie di dettagli che risultano poco convincenti. Il personaggio risulta spesso sfocato nonostante l'impegno di un Riccardo Scamarcio che ha fatto tutto il possibile per riscattare le incertezze della sceneggiatura, e anche il contesto ambientale è approssimativo. Fra gli altri interpreti Sharon Stone, criticata dallo stesso regista (!) per il suo comportamento poco professionale sul set, sembra svolgere un compitino al minimo sindacale, Cristiana Capotondi è meno motivata rispetto ad altre sue interpretazioni recenti, la vecchia gloria Giovanna Ralli è a disagio. Il calvario psicologico di Davide Bias non manca di momenti abbastanza plausibili, ma rimangono altrettanti svarioni come la scena nell'istituto psichiatrico con annessa trasmissione del premio Strega che sembra una farsa (sic). E il cameo di Valeria Marini all'inizio è banale e di cattivo gusto. Che Avati fosse calato lo si era capito già nell'altrettanto mediocre "Il cuore grande delle ragazze".
Voto 5/10
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