Regia di Pupi Avati vedi scheda film
Un tizio fuori di testa (perlopiù pessimamente interpretato da Scamarcio e direi pessimamente diretto da Avati), o psicologicamente ed emotivamente instabile per i buonisti, per tal motivo perennemente impasticcato e di conseguenza rincoglionito, i cui disturbi ossessivo-compulsivi costituiscono il lato migliore, conduce una vita castrante: un lavoro in pubblicità di cui gli importa sega dal momento che ambisce ad essere uno scrittore; una mezza relazione con una ragazzotta (farmacista, il suo pusher?) confusa come poche (in realtà come molte) un pelo – ma giusto un pelo – meglio interpretata da Capotondi; un rapporto con il padre, sceneggiatore di film spazzatura, a dir poco conflittuale. Ciliegine sulla torta: la farmacista se la faceva con il capo del pazzo, e continua a farsela in qualche modo, sotto i suoi occhi; il padre muore, forse suicida; il padre se la faceva con Sharon Stone (qui al minimo sindacale), attualmente impegnata in una casa editrice e desiderosa di pubblicare il supposto capolavoro del suddetto padre. Cosa può uscirne da tutto ciò? Un mezzo capolavoro? No, una merda totale. Come buona parte del Pupi Avati anni 2000 – e forse pure ’90. O, a detta del protagonista: ‘Come ieri’.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Mamma mia, Scamarcio e la Capotondi! :(
Aggiungerei, povera Sharon!
:)
Quando un interprete straniero dal nome conosciuto anche ai sassi - solitamente con un grande passato alle spalle e stenti che si trascinano da anni - entra nel cast di un film italiano, c'è sempre da preoccuparsi.
-_-'
Verissimo!
Naturalmente de gustibus... Ad ogni modo, si apprezzi o meno Scamarcio e/o Capotondi, qui o altrove, a parer mio e al di là delle capacità degli attori, buona parte della colpa va imputata ad Avati, tanto sceneggiatore quanto regista. Come ha ricordato più di un utente qui, i personaggi sono secondo me scritti malissimo e forse diretti anche peggio. Spiace che dietro ci sia Avati ma d'altro canto Karl Popper sosteneva che grandi uomini commettono grandi errori. Non che voglia paragonare Avati a Platone ma comunque...
Concordo sulla dominanza fecale nella produzione avatiana dal ‘90 a salire. Credo di poter salvare solo “Una sconfinata giovinezza”.
L'ho rivisto proprio pochi giorni fa. Di sicuro lo apprezzo più di Un ragazzo d'oro. E tuttavia una buona parte di me ha provato le stesse sensazioni espresse in una delle critiche negative fatte da un utente ai tempi (bradipo se non erro).
Se è come dite, corro a procurarmene una copia! Non sono contrario all'eutanasia e, in futuro, potrebbe servirmi:-)))
Potrebbero esserci modi migliori di andarsene. Anche più indolore. Ahahah
Commenta