Dopo il suicidio del padre scrittore e sceneggiatore, un pubblicitario di Milano (Riccardo Scamarcio) tenta di farne pubblicare il romanzo autobiografico lasciato incompiuto, nel quale l'uomo racconta il mondo cinematografico e culturale romano che l'ha rifiutato. Al romanzo, però, manca il finale e il figlio decide di trovarne uno affinché possa proporlo ad un editore. Partito per Roma, il giovane finirà per trascurare la fidanzata (Cristiana Capotondi) e per perdere la testa per un'ex attrice reinventatasi editrice.
Continua la rovinosa e irrefrenabile caduta di Pupi Avati, che non fa eccezione alla regola che quando si parla di scrittori o registi in crisi la crisi è di chi scrive e dirige il film.
Ridateci il vecchio Pupi Avati perchè questo è semplicemente imbarazzante, così come lo script e gli interpreti (tra Riccardo Scamarcio, Sharon Stone, Cristiana Capotondi e Valeria Marini non sò dire chi sia peggio, sembra facciano a gara per la peggiore interpretazione).
Mi sembrano ingiustificati i bassi voti sia di critica che di pubblico. Forse disturbano uno Scamarcio ed una Stone in due ruoli diciamo "impegnativi" (per non dire "impegnati"). Il film non è male: storia di persone, di sentimenti e di conflitti (e ripensamenti), come in altri film di Avati. A me è piaciuto.
sono sconcertato dalle critiche negative. D'accordo che spesso Avati abbia clamorosamente fallito, ma stavolta ha girato un film intenso, pieno di poesia e malinconia. Forse ha ecceduto nell'inserire la malattia psichiatrica del protagonista, ma la rappresentazione di sentimenti, angosce e rimpianti è commovente.
Un tizio fuori di testa (perlopiù pessimamente interpretato da Scamarcio e direi pessimamente diretto da Avati), o psicologicamente ed emotivamente instabile per i buonisti, per tal motivo perennemente impasticcato e di conseguenza rincoglionito, i cui disturbi ossessivo-compulsivi costituiscono il lato migliore, conduce una vita castrante: un lavoro in pubblicità di cui gli… leggi tutto
"Un ragazzo d'oro" è stato un fiasco sia di pubblico che di critica e ha segnato uno dei punti più bassi nell'apprezzamento da parte degli addetti ai lavori dell'opera di Pupi Avati. Pur essendo un film nel complesso poco riuscito, forse non meritava il massacro critico a cui è stato sottoposto dalla quasi totalità della stampa e dei siti di cinema. Avati ha cercato… leggi tutto
UN RAGAZZO D’ORO di Pupi Avati – Una storia di archetipi
Gli archetipi sono forze sottili che ‘colorano’ l’ambito in cui ci muoviamo. E i vari protagonisti del film, quasi Carte dei Tarocchi, ce li richiamano.
Non solo loro, gli umani, ma anche le ambientazioni del film sono simboliche.
Milano: città del concreto, del terreno, del… leggi tutto
Un creativo che lavora per un’agenzia pubblicitaria ma ha il pallino per la scrittura entra in contatto con l’amante del padre, regista di film di serie Z appena defunto (suicidio?). La donna è a conoscenza del fatto che la buonanima pare abbia lasciato un romanzo scritto inedito. Il figlio del defunto si mette sulle tracce di esso.
Continua la rovinosa e irrefrenabile caduta…
Un tizio fuori di testa (perlopiù pessimamente interpretato da Scamarcio e direi pessimamente diretto da Avati), o psicologicamente ed emotivamente instabile per i buonisti, per tal motivo perennemente impasticcato e di conseguenza rincoglionito, i cui disturbi ossessivo-compulsivi costituiscono il lato migliore, conduce una vita castrante: un lavoro in pubblicità di cui gli…
Tutto sommato deludente, almeno secondo me, nonostante buoni spunti e soprattutto l'inizio molto interessante (in particolare per me, in quanto il protagonista è uno scrittore che non riesce a sfondare perché scrive solo racconti, senza riuscire ad arrivare al romanzo). La vicenda è incentrata sul difficile ma particolare legame di amore-odio con il padre famoso, scrittore…
Avati firma la regia di un film ambizioso, che però , dopo aver seminato premesse interessanti, s'inpantana inesorabilmente e resta nel guado, non riuscendo a prendere il volo. Riccardo Scamarcio,il protagonista mentalmente instabile, figlio di uno scrittore suicida, con il quale aveva un rapporto conflittuale, decide di completare…
Film che parte da uno spunto interessante, un rapporto controverso tra padre e figlio alla ricerca, invana vista la morte del genitore, di un'ultima riappacificazione. Ma tutto poi si ingarbuglia in diverse vicende parallele, sfociando in un finale abbastanza forte, forse calcando troppo la mano e cercando un'improbabile riabilitazione finale del genitore, in realtà una ulteriore…
Davide (Riccardo Scamarcio) è un pubblicitario depresso che cova l'ambizione irrealizzata di diventare scrittore. Quando il padre, un famoso sceneggiatore, muore, la sua fragile personalità subisce un altro duro colpo, e lo porterà a frequenti esplosioni di rabbia e di dolore.
Molto spesso le idee di Pupi Avati trasudano ambizione, ma spesso cotanta ambizione non…
Un uomo distrutto dalle insoddisfazioni della vita riceve un'amara telefonata nella quale scopre la dipartita di suo padre. Forse questa telefonata non è così amara perché tra i due non correva buon sangue; tuttavia questo "ragazzo d'oro", interpretato da Riccardo Scamarcio, entra in contatto con l'amante di suo padre (Sharon Stone), la quale gli rivela che la vena…
"Un ragazzo d'oro" è stato un fiasco sia di pubblico che di critica e ha segnato uno dei punti più bassi nell'apprezzamento da parte degli addetti ai lavori dell'opera di Pupi Avati. Pur essendo un film nel complesso poco riuscito, forse non meritava il massacro critico a cui è stato sottoposto dalla quasi totalità della stampa e dei siti di cinema. Avati ha cercato…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (6) vedi tutti
Continua la rovinosa e irrefrenabile caduta di Pupi Avati, che non fa eccezione alla regola che quando si parla di scrittori o registi in crisi la crisi è di chi scrive e dirige il film.
leggi la recensione completa di barabbovichRidateci il vecchio Pupi Avati perchè questo è semplicemente imbarazzante, così come lo script e gli interpreti (tra Riccardo Scamarcio, Sharon Stone, Cristiana Capotondi e Valeria Marini non sò dire chi sia peggio, sembra facciano a gara per la peggiore interpretazione).
commento di b_chiccoMi sembrano ingiustificati i bassi voti sia di critica che di pubblico. Forse disturbano uno Scamarcio ed una Stone in due ruoli diciamo "impegnativi" (per non dire "impegnati"). Il film non è male: storia di persone, di sentimenti e di conflitti (e ripensamenti), come in altri film di Avati. A me è piaciuto.
commento di paoscaOttimo film diretto dal maestro Pupi Avati.
commento di AnselmoNon tra i migliori di Avati
leggi la recensione completa di Furetto60sono sconcertato dalle critiche negative. D'accordo che spesso Avati abbia clamorosamente fallito, ma stavolta ha girato un film intenso, pieno di poesia e malinconia. Forse ha ecceduto nell'inserire la malattia psichiatrica del protagonista, ma la rappresentazione di sentimenti, angosce e rimpianti è commovente.
commento di gherrit