Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Per certi versi sembra la continuazione de "La solitudine dei numeri primi", e non solo per la presenza di Alba Rohrwacher. Saverio Costanzo continua a descrivere rapporti familiari disfunzionali, idee fisse che si trasformano in ossessioni patologiche, come quella di una giovane madre che vuole preservare il suo bambino dall'impurita' costringendolo ad una dieta inadeguata ai bisogni di un neonato e mettendo in allarme il marito, fino ad un tragico esito finale. In termini di "atmosfera" Costanzo se la cava bene pure stavolta, con un rigoroso lavoro registico che sceglie la claustrofobia di ambienti chiusi per sottolineare i richiami al thriller/horror polanskiano o kubrickiano, con l'uso di obiettivi grandangolari a focale corta che ricordano molto le prospettive "schiacciate" di Kubrick, soprattutto in "Arancia meccanica". Gli attori sono molto convincenti, con la Rohrwacher che ormai è una garanzia di bravura quando interpreta queste donne "disturbate", ma anche un pregevole contributo da parte di Adam Driver nel ruolo del padre inquieto e allarmato; entrambi sono stati premiati come migliori interpreti alla mostra di Venezia. Alcune intuizioni di regia si rivelano efficaci- ad esempio la prima scena nella toilette in cui avviene la conoscenza dei due protagonisti, risolta con un lungo piano-sequenza a macchina fissa. Tuttavia, la trama secondo me andava più curata in alcuni particolari, poiché certe svolte del copione non risultano sempre logiche o verosimili, e la svolta tragica del finale non mi ha del tutto convinto, o forse mi ha lasciato una certa freddezza a livello emotivo che mi impedisce di valutare il film con entusiasmo. Costanzo procede nel suo percorso artistico sempre interessante, ma finora il suo miglior film resta la sua opera d'esordio "Private".
Voto 7/10
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