Regia di Saverio Costanzo vedi scheda film
Mina (Alba Rohrwacher) e Jude (Adam Driver) rimangono chiusi in una toilette di un ristorante cinese a New York, una frase tira l'altra e di lì a poco i due si ritrovano a letto: lei rimane incinta (controvoglia) e, una volta nato il bambino iniziano a sorgere i problemi. La ragazza, dopo esser stata da una chiromante, sostiene che l'infante è un bambino 'indaco' e dev'essere preservato da qualunque contatto con il mondo esterno e gli impone un regime alimentare a base di verdure e poco e niente altro.
Il risultato è che il piccolo cresce poco e così nascono i primi dissidi all'interno della coppia, che deflagrano in maniera esponenziale, con intrusione della madre di Jude (Roberta Maxwell) fino allo sconcertante ed inatteso finale.
Con 'Hungry Hearts' Saverio Costanzo parte da una situazione da commedia e, pian piano, quasi in maniera impercettibile, trasforma la vicenda in un dramma claustrofobico dalle atmosfere angosciose e dai contorni polanskiani, che ricorda vagamente 'Rosemary's Baby', fino ad arrivare alle soglie dell'orrore.
Costanzo continua il suo rigoroso percorso stilistico in cui una storia piuttosto semplice e schematica - tratta dal romanzo 'Il bambino indaco' di Marco Franzoso - serve all'autore per perseguire la sua poetica, già messa in atto nei suoi precedenti lavori, fatta di lunghe inquadrature fisse, dove la macchina da presa 'comprime' gli attori in scena, i quali si muovono prevalentemente in spazi angusti e appaiono deformati in alcune ricercate e virtuosistiche riprese, che creano un effetto a dir poco straniante.
Bravi i due interpreti principali, con il sorprendente ed ostinato personaggio interpretato da Adam Driver che tiene testa a Alba Rohrwacher, attrice, nonché attuale compagna del regista, avvezza a tali ruoli di donne 'disturbate' e all'apparenza dimesse e inquietante Roberta Maxwell nelle vesti della madre di lui, la quale, a modo suo, 'risolverà' la spinosa querèlle tra i due genitori.
'Hungry Hearts' è un film non per tutti i gusti - difatti ai recenti David di Donatello ha visto cadere tutte le sette candidature ottenute - ma che merita un plauso per le notevoli qualità registiche messe in mostra dall'autore, che prevalgono su un soggetto in fin dei conti banale.
Voto: 7,5.
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