Regia di John Slattery vedi scheda film
Dramma umano e sociale,ottimo film di John Slattery,tratto dal romanzo " Cosi si muore a God's pocket di Pete Dexter
In un quartiere periferico di Philadelfia,chiamato appunto God’s pocket, come da titolo,uno scapestrato ragazzo,Leon rimane ucciso, nel cantiere dove lavora come muratore,durante una colluttazione con un altro anziano operaio di colore,da lui provocato,l’accaduto viene subito “liquidato come "incidente",Mickey il patrigno,che si arrangia con piccole truffe e "lavoretti", è spinto, suo malgrado, da una moglie apatica nei suoi riguardi,per quanto molto presa dal desiderio di verità,ad indagare su quanto accaduto,realmente.
Si troverà invischiato in una ragnatela di problemi,tra debiti da onorare,spese da affrontare per il funerale e uno strano cronista erotomane, che oltre a scrivere articoli oltraggiosi,per la comunità,per giunta,gli insidia con successo la moglie.Trasposizione del romanzo “Così si muore a God's Pocket”di Pete Dexter,è un affresco cinico e desolato di una società marcia,dove il degrado non è solo urbano ed economico, ma soprattutto morale.Lo scrittore prima e il regista poi disegnano la geografia di un quartiere fatiscente,dove la vita scorre lentamente e si consuma sui banconi dei bar,tra un pettegolezzo e una pinta di birra,nell’accidia più totale.Un rione popolato da individui piccini, afflitti da una mentalità meschina e gretta, dove si aggirano come larve umane, alla ricerca di una scappatoia per sopravvivere.Non ci sono vincenti, ma solo squallide figure,che si lasciano vivere,senza slancio.vittime soprattutto di se stessi,rassegnati e tristi davanti all’inesorabile scorrere del tempo.Un becchino cosi avido da lasciare il cadavere, che gli era stato affidato, abbandonato in un cortile,laddove paventa che potrebbero esserci ritardi nel pagamento delle spese funerarie,una donna pronta all’adulterio ,solo per compiacere la vanità di un cronista e poi loschi figuri che vanno per compiere una spedizione punitiva e ci rimettono prima un occhio e poi la vita.
Ombre che vagano,senza la speranza di un qualsiasi riscatto.
Film pessimista, torbido e cupo, disturbante e a tratti perfino volutamente irritante.Prima regia cinematografica di John Slattery.
Recitazione superlativa e intensissima di Philip Seymour Hoffman,al suo ultimo film,purtroppo.
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