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God's Pocket

Regia di John Slattery vedi scheda film

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La recensione su God's Pocket

di mm40
4 stelle

In un paesino viene ucciso un ragazzo durante un alterco. La madre si batte per sapere la verità, ma la polizia chiude l'indagine frettolosamente ritenendolo un incidente. Il patrigno nel frattempo perde ai cavalli i soldi destinati al funerale. In paese arriva un famoso giornalista, forse l'unico capace di riaprire il caso.

 

Che bel film. E che trama insulsa. Dovendo mediare fra le due osservazioni, si può sostenere che God's Pocket - da un romanzo di Peter Dexter con una sceneggiatura firmata da Alex Metcalf e dal regista John Slattery - ottimizzi al meglio un materiale di partenza davvero modesto. A contribuire ai lati positivi dell'opera sono innanzitutto la buona mano di Slattery, che tiene sempre a buoni livelli la tensione di fondo della storia, e quindi le interpretazioni rilevanti di Philip Seymour Hoffman (deceduto poco dopo le riprese; il film uscirà per lui postumo), Richard Jenkins, Eddie Marsan e John Turturro. Un buonissimo cast per una serie di personaggi tutti perdenti, tutti cattivi, chi più e chi meno, tutti ugualmente insalvabili. Ma qui cominciano le dolenti note: nella minuscola cittadina di God's Pocket nel giro di neppure 24 ore non si contano aggressioni (anche a mano armata), risse (soprattutto per futili motivi), sparatorie, incidenti, feriti e morti; tutto eccessivamente condensato, naturalmente per favorire il frenetico crescendo del racconto. E se un cadavere viene gettato in mezzo alla strada, nessuno si chiede come mai non fosse all'obitorio (ci andrà solo dopo essere stato ritrovato e creduto di nuovo morto: forse morire una volta sola a God's Pocket non garantisce in automatico un posto alla camera mortuaria, data la copiosa affluenza di continui nuovi arrivi); allo stesso modo non è chiaro come a tutti gli snodi foschi della trama ci sia sempre qualcuno che interviene risolvendo agevolmente le cose (Mickey perde tutto ai cavalli; neppure il tempo di confessarlo al becchino, che questi già lo liquida accusandolo di aver perso tutto ai cavalli. Oppure il macellaio che pretende di entrare a perlustrare la cella frigorifera del furgone di Mickey immediatamente dopo che quest'ultimo vi ha nascosto il suo segreto). L'impressione che si ricava spesso è che la storia costruisca, costruisca, costruisca per poi demolire tutto a casaccio in un raptus di inverosimiglianza o semplicemente di 'leggerezza logica'. Apprezzabile in ogni caso la morale, che parla di quanto l'infelicità generi soltanto altra infelicità. Prima regia cinematografica per Slattery, più noto come attore fin dalla fine degli anni Ottanta: da seguire. 4/10.

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