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Sindrome cinese

Regia di James Bridges vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sindrome cinese

di tafo
6 stelle

Prima di Chernobyl e dopo il Giappone. Prima della inefficienza della vecchia unione sovietica e dopo la tragedia nipponica che ha reso tutto possibile. L'incidente nucleare è potenziale nella fiction, concreto nella realtà, gia visto anche se non rappresentato. Filmato senza autorizzazioni dal giornalista nella centrale nucleare della California del sud, ripresa per un servizio che ne spieghi il funzionamento. I due giornalisti  non capiscono, non possono capire quello che è realmente successo ma sanno che è successo qualcosa. Il loro network si oppone alla messa in onda del video rubato. I due sono però ostinati vogliono capire o forse vogliono fare lo scoop che gli cambi la carriera, a lei di annunciatrice sportiva e a lui di free-lance, comunque non mollano. Con l'aiuto di esperti ma soprattutto di un tecnico interno alla centrale che controllando la sicurezza dell'impianto scopre le magagne, decide di denunciare l'incidente e le magagne ai due con una intervista da fare nella sala di controllo teatro dell'incidente filmato. La fine è doppiamente tragica, il tecnico ha occupato la sala costringendo con una pistola i colleghi ad uscire, quando arriva la stampa arriva anche la polizia e i colleghi bloccano la centrale per rendere innocue le minacce del tecnico. L'intervista parte, l'intervistato è goffo, parla troppo tecnico, sembra bloccato. La polizia irrompe nella sala lo uccide, la società della centrale lo farà passare per pazzo, il blocco della centrale fà tremare tutto, il tecnico aveva ragione l'impianto non è sicuro i due giornalisti lo sapevano, il tecnico-amico se ne rende conto. La sindrome cinese è evitata, la tragedia è potenziale, la beffa del tecnico è reale, la ricerca della verità difficile ma possibile anche se resta la sensazione che più importante della verità resti l'indice d'ascolto.

Su Jane Fonda

il suo attivismo si scontra con la voglia di arrivare del personaggio divisa tra audience e ricerca della verità.

Su Michael Douglas

riesce a restare vestito per tutto il film comunque convincente.

Su Jack Lemmon

uno dei motivi più intriganti era vederlo in un ruolo drammatico dove la sua goffaggine serve al film.

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