Regia di James Bridges vedi scheda film
La "sindrome cinese" del titolo è un effetto parallelo che , dopo la massima emergenza radioattiva, addirittura causerebbe una potenziale perforazione del pianeta dopo un disastro nucleare. Sei anni prima degli sconvolgenti fatti di Chernobyl, quando il cinema di denuncia, americano e non, era un genere stimolante e forte, uscì questa pellicola di James Bridges,coraggiosa e vibrante di un polemismo robusto: molta della sua buona riuscita, oltre ad un soggetto intelligente, e una buona realizzazione d'insieme, va anche al cast, che assembla un Lemmon di grande intensità drammatica, una Fonda combattiva, e un Douglas in uno dei primi ruoli importanti per il cinema. Il film , che vive di una tensione fissa, giunge a un finale tragico inevitabile: la cosa bella di questo tipo di cinema era che il messaggio spesso "passava", che si proponevano temi importanti per tutti, e si usciva dalla sala, o comunque si concludeva la visione con nuove domande, nuovi dubbi e fresche riflessioni.
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