Regia di David Oelhoffen vedi scheda film
VENEZIA 71. MOSTRA INTERNAZIONALE DI ARTE DINEMATOGRAFICA – CONCORSO
Trasposizione di un racconto di Camus, Loin des hommes trova, soprattutto grazie alla presenza carismatica di una star internazionale (ma dalle scelte interpretative meditate e per nulla scontate) come Viggo Mortensen, la via del western anomalo, ambientato tra le pietrose e quasi lunari montagne della catena montuosa dell'Atalante, in una Algeria squassata dalla rivolta appena superata la metà del '900.
In un ventoso e freddo inverno come tanti, un maestro di scuola francese, ma vissuto dall'infanzia in quei territori, viene incaricato, o meglio quasi costretto, a condurre un assassino reo confesso dello sgozzamento di un cugino, presso un centro di polizia del più vicino centro abitato.
Costretto a partire suo malgrado, l'uomo intraprenderà anche un viaggio interiore nei recessi più reconditi della propria coscienza, scoprendo altresì i valori e la dignità di un popolo che la guerra ha solo saputo separare irreparabilmente.
E trovando un amico vero e disinteressato proprio nell'uomo che egli sta conducendo al giudizio senza appello: giudizio terreno, ma in quel contesto almeno definitivo e meditato.
Un ottimo film dove il senso di giustizia, d'amicizia e di complicità, riescono ancora, seppure a fatica, ad avere la meglio sul dramma umanitario-civile che contraddistingue i sanguinosi scontri tra soldati e ribelli, e dove l'esercito regolare commette genocidi e uccisioni di massa ai danni persino di chi si arrende e domanda la grazia di sopravvivere, nel contesto di uno scenario brullo ed argilloso in grado davvero di sfoderare il suo fascino più irresistibile.
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