Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Uno dei migliori, se non il migliore, dei film con Buzzanca protagonista. La trama corre lungo la falsariga di La classe operaia va in paradiso di Petri, anche se il protagonista di questo Il sindacalista, a differenza di Lulù Massa, comincia la sua vicenda essendo già consapevole dei propri diritti e della necessità delle proprie rivendicazioni. Anche qui c’è una critica – o comunque una presa d’atto dell’inefficacia – al sindacalismo di base, troppo velleitario, spesso appuntatosi su questioni di dettaglio, perdendo di vista gli obiettivi burocratici (il contratto nazionale, la piattaforma…) ma sostanziali del sindacalismo confederale, nel cui alveo, alla fine ciascuno è costretto a rientrare, per non finire a fare il gioco dei padroni. Certo, qui siamo nell’ambito della commedia, il cui aspetto grottesco è accentuato dalla presenza ingombrante di Buzzanca; non è un caso che la sequenza più nota di tutto il film sia quella, più volte rilanciata anche dal programma televisivo Blob, della lunga pernacchia telefonica dell’operaio al suo datore di lavoro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta