Trama
L'avvocato Elliot Anderson (Kevin Costner) è rimasto vedovo in seguito alla morte della moglie in un incidente d'auto. Poiché anche sua figlia è morta, sta anche crescendo da sola la nipote afroamericana Eloise. Mentre è ancora alle prese con il proprio dolore, la sua vita viene stravolta dalla richiesta di Rowena (Octavia Spencer), la nonna paterna che reclama la custodia della nipote. Desiderio di Rowena è che Eloise venga affidata al figlio Reggie, un tossicodipendente la cui negligenza secondo Elliot ha portato alla morte di sua figlia. Pur di evitare che Eloise finisca nelle mani di un genero debosciato, Elliot è disposto a non fermarsi davanti a niente.
Approfondimento
BLACK OR WHITE: LA PIAGA DEI PREGIUDIZI RAZZIALI
Diretto e sceneggiato da Mike Binder, Black or White racconta la storia dell'avvocato Elliott Anderson, un uomo che rimasto vedovo da poco fatica a crescere da solo la nipotina birazziale Eloise. La situazione per Elliott si complica quando Rowena, la nonna della piccola, chiede che la nipote venga affidata alle cure del padre Riggie, un drogato che ha abbandonato da tempo la figlioletta, dando avvio a una difficile battaglia per l'affidamento. Poggiando su un delicato equilibrio tra tragedia e commedia, Black or White è dunque la vicenda di un uomo disperato che, nel trovare la sua strada, deve sfuggire alla tristezza e alla disperazione per amore della nipotina e affrontare vecchi pregiudizi razziali. Fotografato da Russ T. Alsobrook, con le scenografie di Pipo Wintter e i costumi di Claire Breaux, Black or White vede fronteggiarsi gli attori premio Oscar Kevin Costner e Olivia Spencer nei panni rispettivamente di Elliott e Rowena.
Presentato nella sezione Gala del Festival di Roma 2014, Black or White viene così argomentato dal regista: «Abbiamo ancora un grosso problema legato al razzismo in questo paese. La gente si vede bianca, nera o marrone. Ancora troppo spesso, ci vediamo per chi siamo piuttosto che per quel che siamo. Credo che il Presidente Obama lo abbia spiegato bene la notte in cui parlò di George Zimmerman: Dobbiamo riuscire a capire come superare questa cosa. Disse che il motivo per il quale era ottimista era che le sue figlie sono molto più brave di lui in questo.
Io ho due figli e anche loro se la cavano meglio di me in questo senso. Non vedono le persone per il colore della loro pelle, o per la loro identità sessuale, vedono le persone semplicemente come persone.
Black or White si basa su una situazione che è capitata a me. Diversi anni fa, la sorella di mia moglie morì a 33 anni. Aveva un figlio di sette anni che è birazziale. Suo padre era scomparso dalla sua vita e la famiglia del padre viveva a South Central. Sono meravigliosi e sono molto presenti nella sua vita. Ma siamo stati mia moglie ed io, e uno dei suoi fratelli, a crescere il bambino. Sotto molti punti di vista, è cresciuto in due mondi totalmente diversi: Santa Monica e South Central. È stato un bambino felice, ma tutte le persone consideravano un problema il fatto che fosse mezzo bianco e mezzo nero. E quando andavamo a South Central per lasciarlo per il weekend o per riprenderlo, mi stupivo sempre di quanto drasticamente diverse fossero anche le più piccole cose. Ovviamente, loro non avevano alcun problema nei nostri confronti; sua nonna adorava mia moglie, Diane. Ma secondo me, se fosse successo qualcosa a Diane non sarebbero stati felici che lo crescessi io da solo.
Perciò volevo descrivere questo scenario e fare un film che innescasse una conversazione sulla direzione che sta prendendo la questione razziale in questo paese. Mentre stavamo girando il film, c’erano numerose coppie birazziali e donne con figli birazziali. Quello che ci salverà, secondo me, sarà il mischiarci tra di noi il più possibile, in modo che i nostri figli non sapranno più di che colore sono, e a quel punto saranno solamente persone.
Ho visto questo film assieme a un pubblico solamente di bianchi, e poi solamente di neri, e poi l’ho visto con un pubblico di colori diversi. Ed è piaciuto a tutti. Ci sono diverse cose per le quali penseresti che la gente possa sentirsi insultata, ma non è così. E c’è anche una gran dose di humour. La gente comprende la storia. Si identifica, il che mi dà speranza. Perché viviamo tutti assieme su questa isola nessuno può scappare perciò faremmo meglio a capire come vivere assieme».
Note
Schematismi qua e là, un finale non del tutto scontato, ma anche, va detto, un rispetto quasi religioso del politicamente corretto a uso e consumo di Hollywood, per cui sono comunque tutti più o meno bravi & buoni, anche se si tenta di dare un’immagine più critica al personaggio di Costner, schiavo dell’alcol. Binder sceglie di essere neutrale rispetto alla materia, ed è un errore perché così il film non si impenna mai, perdendo gradualmente interesse.
Trailer
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Commenti (2) vedi tutti
Film scontato e furbo nonostante qualche Attore di richiamo e basta.voto.0.
commento di chribio1Costner è sempre un vecchio "lupo".
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