Regia di Daniele Ciprì vedi scheda film
Nel suo ambito (quello di moderna commedia all'italiana) il film è un piccolo capolavoro. Scordàtevi le solite robe LittizzettoBisio, siamo proprio su un altro pianeta. E' un film nobile, delicato, sensibile. Guardatelo con lo stesso spirito con cui potreste, in un pomeriggio di primavera, portarvi un libro che desideravate leggere, sedervi su una panchina del parco e iniziarne serenamente la lettura. Deliziosamente letterario. Una cosa in cui si differenzia dalle solite commedie è la cura con cui è impostata la grafica, i titoli, le animazioni. e in questo senso è un gioiellino d'estetica. Poi la fotografia (curata dallo stesso regista Daniele Ciprì) che è assolutamente strepitosa. E ancora le musiche, spesso di ispirazione classica con arrangiamenti orchestrali in cui dominano gli archi, una vera delizia per le orecchie. Ma a questo punto mi devo togliere un sassolino dalla scarpa. In principio erano i Vanzina con le loro visioni volgari (e compiaciutissime) di una società prima paninara e poi berlusconiana. Poi sopraggiunsero i cinepanettoni "progressisti", dove l'importante era piazzare sui manifesti i faccioni LittizzettoBisio, con varianti sempre progressiste ma con aggiunta di divi quali Raoul Bova, Ambra Angiolini o Luca Argentero. E quest'ultimo filone ancora impera. Per fortuna, a sparigliare le carte, arriva Ciprì con film finalmente degni e amabili come questo (o il precedente "E' stato il figlio"). Il filone cui prima accennavo (che chiameremo LittizzettoBisio, oppure Paolo&Luca) si riconduce ad un personaggio che gli addetti ai lavori conoscono molto bene. Si chiama Beppe Caschetto ed è l'agente di tutti i "divi de sinistra" in circolazione. Costui detta le regole del gioco oggi nel cinema comico/commedia italiano, una specie di "padrino" che muove i fili e controlla ogni cosa. Questo per dire che con Ciprì (era ora!) assistiamo finalmente ad un cinema non ruffiano, non legato ai "faccioni simpaticoni" ma basato su sceneggiature originali e personaggi intriganti ciascuno con una storia da raccontare. Alla faccia di Beppe Caschetto. La vicenda ruota attorno a tre personaggi indovinatissimi e "scritti" con attenzione. Ciascuno a suo modo un "loser", tre persone cui la vita non ha dato tanto ma che sopravvivono, chi più serenamente chi meno. Uno è un povero cristo appena uscito dal carcere dopo una lunga detenzione ingiusta, poi c'è un avvocato fallito che vive di truffe ed espedienti ed infine una barista dolcissima e comprensiva. E anche un cagnolino simpaticissimo che nella realta si chiama Sioux ma che qui viene chiamato Internazionale (!). Evito di raccontare la trama perchè è un pò "laboriosa" e complicata da riassumere. Rocco Papaleo non mi era finora mai piaciuto ma qui affronta una chiave di recitazione per lui decisamente nuova che per me è stata una piacevolissima rivelazione. Castellitto gigioneggia e istrioneggia sfiorando l'over acting, ma fa benissimo perchè è il ruolo che glielo richiede. In quanto poi a Valeria Bruni Tedeschi, qui è di una dolcezza che incanta. E non ho detto di un altro personaggio irresistibile che è un cantante messicano tipo "mariachi", una maschera comica riuscitissima. Insomma se volete vedere un film comico senza ruffianerie anzi perfino un pò letterario, questo è quello giusto.
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