Regia di Ridley Scott vedi scheda film
'Exodus: Dei e Re' di Ridley Scott è un kolossal che con l'illustre predecessore 'I dieci comandamenti' - nella versione del 1956 - di Cecil B. De Mille ha da spartire forse unicamente l'appartenenza al medesimo genere, dato che approccio ed esito artistico sono chiaramente differenti.
Il film di Ridley Scott, che si ispira (molto liberamente, come del resto anche il film di De Mille) all'Esodo, il secondo libro dell'Antico Testamento, è un'opera diseguale e squilibrata, contenente diversi pregi ma allo stesso tempo, molti difetti.
'Exodus sconta una prima parte - che narra del Mosé (Christian Bale) alla corte d'Egitto, amato dal Faraone Seti (John Turturro) e inviso a Ramses (Joel Edgerton), che vede in lui un rivale per la sua futura ascesa al trono, fino alla rivelazione della sua vera origine e al suo esilio nel deserto e al suo incontro con Dio, che ha le fattezze di un bambino (un po' presuntuoso e capriccioso a dire il vero...), che lo esorta a tornare in Egitto a reclamare i diritti del suo popolo - raccontata con stile magniloquente tipico del genere di riferimento ma anche con prolissità e continue cadute di ritmo; da qui in poi, invece, sembra quasi di vedere un altro film tanto avvincente e senza pause è lo snodarsi degli eventi, dove le piaghe d'Egitto sono rappresentate come una parentesi dai contorni horror - per me in assoluto la cosa migliore del film - e la successiva fuga attraverso le acque del Mar Rosso con cadenze da film d'azione con ritmo incessante, culminante nel suggestivo passaggio, al quale Scott dà più un'impronta terrena provocata dalle maree che miracolistica, con una 'colossale' scena da film catastrofico, riuscendo ad unire le molteplici 'anime' dell'opera, garantendo uno spettacolo dall'indubbio impatto visivo. Altre riserve sono però da riscontrare nella delineazione dei personaggi secondari, i quali risultano tutti schiacciati dallo scontro-duello tra Mosè-Christian Bale da un lato, certamente il più riuscito, sia a livello di scrittura sia a livello di resa interpretativa grazie all'attore gallese, dotato della giusta fisicità e carisma per il ruolo e Ramses- Joel Edgerton dall'altro, con quest'ultimo che non regge il confronto con il rivale, anche a causa di un trucco accentuato che quasi lo ridicolizza.
Al pur nutrito cast di contorno quindi non vengono concesse occasioni per fornire prove memorabili e l'unica a rimanere impressa nella memoria è la spagnola Maria Valverde nei panni della moglie di Mosè Zipporah, più che altro per la sua bellezza.
A dir poco 'stramba' infine la raffigurazione di Dio come un bambino (o come suggeriscono alcune inquadrature potrebbero essere visioni-allucinazioni di Mosè stesso), poiché in tal modo l'avevo visto unicamente in un'avventura dell'eroe a fumetti Zagor scritta da Tiziano Sclavi, in cui Dio-Manito era visto e disegnato come un bambino di nome Kiki.
Nel complesso 'Exodus' è un po' un gigante coi piedi d'argilla che si discosta però da tanti (rozzi) blockbuster grazie soprattutto alle raffinatezze registiche dell'autore, che dedica il film al fratello Tony, morto suicida nel 2012.
Voto: 6.
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