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Exodus: Dei e Re

Regia di Ridley Scott vedi scheda film

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La recensione su Exodus: Dei e Re

di EightAndHalf
7 stelle

The dark side of God.

 

Golshifteh Farahani, Joel Edgerton

Exodus: Dei e Re (2014): Golshifteh Farahani, Joel Edgerton

 

La trama di Mosé e dell'esodo che portò gli ebrei dalla schiavitù sotto gli egiziani alla "libertà" della terra promessa era stata messa in scena l'ultima volta nell'importante pellicola di Cecil B. De Mille, The Ten Commendments, per poi essere tralasciata se non in opere certo di minore impatto del classico kolossal sovracitato. Scott propone così una storia di cui conosciamo la conclusione e i risvolti, non solo perché abbiamo visto il film di De Mille (e Scott al lavoro di De Mille deve aver dato più di un'occhiata), ma anche per cultura generale. Inspiegabilmente, però, riesce a rendere il suo gigante e popolare kolossal un film avvincente, nell'ardito tentativo di riflettere sui massimi sistemi pur nel compiacimento di un'immagine spesso monumentale e stordente, caratterizzata da una regia raffinata che utilizza i movimenti di mdp per inquadrare e localizzare i personaggi nella trama, ancor più che nel paesaggio. Se ad affascinare sono i fasti di un Egitto in CGI (ma gli effetti speciali si affacciano meno sfacciati, paradossalmente, che ne Il gladiatore), riescono ad incutere sano timore anche le varie piaghe d'Egitto che convinceranno il faraone Ramses a lasciare libero il popolo ebreo di tornare in un terra a quanto viene detto ricca di popolazioni selvagge: la schiavitù d'Egitto fu solo la prima scintilla dell'immenso esodo del popolo ebraico, qui mostrato certo "vittima", ma non per questo degno di un approccio del tutto lacrimevole. 

 

Joel Edgerton, John Turturro, Christian Bale

Exodus: Dei e Re (2014): Joel Edgerton, John Turturro, Christian Bale

 

A dire il vero, Ridley Scott, il cui tocco da maestro si fa volenti o nolenti notare nelle carrellate, nella costruzione di alcune inquadrature, nelle conclusioni formali risapute ma sempre efficaci dei confronti verbali, con i vari scambi di primi piani a scandagliare gli interessi delle controparti, riesce a non affogare tutto nel polpettone hollywoodiano senz'anima e senza pathos, benché alcuni passaggi risultino poco curati e frettolosi (vedasi lo svelamento del passato di Mosé e la malafede finale degli ebrei salvati). La suspence corre e lancia adrenalinici input verso l'acquisizione di una storia biblica ma non per questo meno pregna di una certa qualche perplessità morale che dimostra la voglia di andare oltre il fascino visivo, comunque funzionale ad un altissimo livello di intrattenimento. Siamo insomma dalle parti di Noah, però con la marcia in più di un ritmo meno discontinuo e più maestoso, interessato ai personaggi oltre che - chiaramente - agli avvenimenti. Gli errori, meno macroscopici che in Noah ma comunque presenti qui e lì nelle lunghe ma per nulla pesanti due ore e mezza di film, si disperdono come gli esseri umani nel sublime stratosferico delle piaghe d'Egitto, o delle acque del Mar Rosso che stanno per richiudersi su un oscuro capitolo di storia biblica, la terribile schiavitù e la terribile "vendetta" (o percorso imperscrutabile) di un Dio irascibile e tormentato. 

 

Joel Edgerton

Exodus: Dei e Re (2014): Joel Edgerton

 

Si fronteggiano gli dèi, in Exodus, l'unico Dio ebraico e il pantheon politeista egiziano. Nulla può ovviamente il secondo rispetto al primo, come buon copione comanda, benché le profezie all'inizio vengano rispettate dagli eventi, e il primo faraone (un pochissimo sfruttato John Turturro) creda a queste stesse pur non essendo per niente uno sprovveduto - cosa evidente a partire dal confronto con un figlio, Ramses, un bel po' impulsivo ma disposto, almeno in un primo momento, a condividere esperienze e atti eroici con Mosé, il cugino. Non si faranno certo spoiler dicendo che Mosé la parentela con i faraoni non l'ha nemmeno alla lontana, figlio com'è di padre e madre ebrei, ed essendo stato abbandonato ovviamente a sua insaputa nelle acque del fiume Nilo, per poi essere ripescato dalla figlia del faraone. Accolto nello splendore del dispotismo faraonico, che dal canto suo è illuminato e interessato a promuovere strategie politiche e militari (presumibilmente logiche) facendo però puro affidamento alle profezie e ai sortilegi di una sacerdotessa poco fruttuosa (e lei stessa poco convinta), Mosé dimostra un approccio ben più razionale e materialistico alla realtà, rispettando la fede altrui ma rimanendo sui suoi passi più "laici" che atei. L'intervento di un anziano ebreo che gli comunicherà le sue vere origini scateneranno, come ben si sa, tutti i rovelli narrativi che seguono. Rovelli che Scott utilizza per mostrare le fattezze ambigue di un Dio risentito, abbattuto, certo onnipotente, ma sicuramente infastidito (e capace di farsi infastidire) da un'umanità capace di creare ex novo nuove divinità non solo simboleggiate dalle icone, ma addirittura incarnate in figure umane come quelle del faraone. E' per questo che sono gli dèi, in Exodus, a combattere l'uno contro l'altro, e a fare quasi tabula rasa prima di poter arrivare a un compromesso.

 

Christian Bale

Exodus: Dei e Re (2014): Christian Bale

 

Mosé non è eroe così come Ramses non è cattivo, di delineazioni grossolane in Exodus non se ne vedono, benché il genere avrebbe potuto prestare il fianco a simili banalizzazioni. Invece, sorvolando sull'ovvio elemento dell'alto intrattenimento e coinvolgimento appassionato che la pellicola assicura, e tralasciando dettagli di poco conto (come l'assurda scelta di sfruttare poco una Sigourney Weaver potenzialmente interessante, nei panni della regina sanguinaria), il film di Ridley Scott sfrutta il kolossal per raffigurare una storia nota a tutti con un approccio problematico e curioso, per nulla scontato, sui ruoli dei vinti e dei vincitori, sul rapporto del singolo con la totalità divina dell'universo, e sull'inaffidabilità dell'essere umano, caduco di fronte alle immense leggi del trascendente. Nessuna perfezione, nessuna idealizzazione: l'atto di fede, che presumibilmente mette "tutto a posto" in ambito etico, qui getta tutto ancor più nella confusione, e l'unico elemento a cui possiamo aggrapparci è proprio il fatto di conoscere la storia. L'unico appiglio fuori dal caos di tutto il resto.

 

Joel Edgerton

Exodus: Dei e Re (2014): Joel Edgerton

 

Un film notevole, nonostante tutto, già maltrattato dalle critiche poco argomentate dei prevenuti. 

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