Regia di Sergio Manfio vedi scheda film
Tornano i Cuccioli, successo televisivo del Gruppo Alcuni e giunti al secondo lungometraggio, dopo Cuccioli: Il codice di Marco Polo del 2010. Ambientato non più a Venezia (e dunque senza le musiche dei Pitura Freska), bensì nell’immaginaria Soffio, Cuccioli: Il paese del vento conferma alla regia Sergio Manfio e soprattutto mantiene le rotture della quarta parete in cui si chiama il pubblico a interagire, con inviti a soffiare, a battere le mani e a suggerire informazioni agli eroi. Contro di loro ritroviamo Maga Cornacchia (cui viene dedicata anche una canzone), decisa a impossessarsi della potente Giraventola, custodita da una saggia tartaruga che ha cresciuto Senza Nome. Il film racconta infatti anche le origini del pulcino muto che si esprime solo con cartelli disegnati, da cui può estrarre gli oggetti ritratti un po’ come fossero una borsa di Eta Beta. Anche questa volta il film è rivolto agli spettatori più giovani, ma non ha particolare valore educativo, inoltre manca completamente della stratificazione che rende altre produzioni animate per famiglie, per esempio quelle Pixar, sopportabili anche ai maggiori di otto anni. I film di questa serie invece sono realizzati con lo stesso taglio adottato in tv, dove gli episodi sono però ben circoscritti in un palinsesto per soli bambini e oltretutto durano meno di un quarto d’ora. Per il grande schermo i Cuccioli hanno le zampe troppo corte.
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