Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Interessante commedia/dramma di Sautet, l'esperto francese (assieme a Rohmer, ma meno verboso) sulle relazioni sentimentali. E' un film veloce, molto diverso dal quasi coevo “L'amante”, che è lento e introspettivo. Questa cronaca di una relazione, strampalata e quindi moderna, prende davvero tanto dalla realtà dei rapporti fra i sessi e fa centro nel riprodurre certe situazioni davvero frequenti. Benché sfiori in un punto il qualunquismo sentimentale quasi parossistico (lui preferisce essere in tre piuttosto che solo), è interessante osservare il tormentato decorso di quella storia. Le esplosioni (iniziali) di gelosia di Montand mi ricordano molto Tognazzi in “Il magnifico cornuto”. E' il classico uomo che, innamorandosi, diviene anche dipendente dalla donna, e finisce per accettare ogni capriccio e umiliazione pur di starle vicino. Lei è la preda agognata, che però facilmente sfugge di mano. Volubile e incerta, è la vera fonte dei guai per tutti e tre; il suo non sapersi decidere, il suo volere l'uno e l'altro, è, oltre che segno di immaturità sentimentale, prova di superficialità ed egoismo (e quante ce ne sono oggi così). Il terzo incomodo è il tipico bellone che affascina le donne, ma le tratta però con sufficienza ed egoismo, in tal modo accendendo anziché spegnendo in loro la passione. L'unica vittima innocente delle varie tresche, è la povera bambina, che viene sballottata qua e là, con nessuno o troppi papà. Yves Montand è proprio bravo, e il suo volto rivela tutte le pieghe del suo cuore e i suoi stati d'animo. Romy Schneider è anch'ella brava, ma sopratutto non è mai stata così bella (forse solo nel primo “Sissi”). Solo Sami Frey è un po' inespressivo, ma in fondo ciò è proprio del suo personaggio, come ancor più lo è il suo aspetto fisico.
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