Regia di Claude Sautet vedi scheda film
Claude Saudet ci porta per mano lungo un tragitto fantasioso, ricco di dolci sensazioni, di lucide, ironiche, spesso sarcastiche visioni nella descrizione di un amore intenso che costantemente si ha paura di perdere. Lo fa ricorrendo alla definizione di César, uomo di mezza età, classico self made man, ricco, impulsivo, incolto, trash, talora rozzamente irascibile, ma sostanzialmente buono, consapevole dei suoi limiti e delle sue sfuriate, di cui si pente subito e pone con grossolanità rimedio, giovialone, generoso, felice di un amore che costantemente (conscio di non essere una persona perfetta, bella e giovane) è terrorizzato dalla possibilità che termini bruscamente e di Rosalie, divorziata con una figlia, colta, decisa, ma anche intimamente incerta ed insicura, dolce, di un fascino femminile, non sfacciatamente esposto, incredibile per il quale si può fare qualsiasi pazzia. Su questi due personaggi (da cui deriva infatti il titolo originale “César et Rosalie”, mentre quello italiano appare dettato da motivi di cassetta) si svolge una deliziosa commedia, resa pruriginosa dalla comparsa di una vecchia fiamma (David) che manda in tilt le certezze (o quasi) dei due principali protagonisti. Particolarmente divertenti gli incontri e scontri fra César e David, più giovane, colto, disegnatore di strips, bello (?), succube anche lui del fascino di Rosalie, i maldestri tentativi di César nel cercare di convincere David a non pensare più a Rosalie, la iniziale ostilità aperta e la graduale conversione ad un rapporto di franca ed incondizionata amicizia. Tutto questo condotto amorevolmente da Saudet, con una regia accorta che, oltre a tipizzare in modo eccellente gli attori principali, fra i quali non possiamo trascurare la figura di Antoine (ex marito di Rosalie e padre di Catherine, la figlia di Rosalie), pittore che, sebbene in una piccola parte, dimostra la sua classe e capacità recitativa, si avvale di un cast numeroso che ben figura nel compito assegnatoli. La scenografia sia a Parigi che in Vandea è lodevore e funzionale all’opera. Piacevoli, divertenti, aderenti al contesto narrativo, i dialoghi. Buona fotografia e meritevole la musica di Philippe Sarde. Nel complesso un’opera senza ristagni, scorrevole, divertente, mai invadente, leggera, poetica, a mio avviso da vedere serenamente. Voto 7,5
Felice ed appropriata
Sobria e tenera, poetica e solida, Un grande inventore di storie capaci di offrire piacere
Il suo fascino, sicuramente in grado di fermare la carica di un bufalo, strega lo spettatore. Ma soprattutto mostra tutte le caratteristiche di una grandissima interprete
Una delle sue prestazioni migliori, perfettamente calato nel personaggio voluto dal regista
Eccezionalmente bravo, ma non lo avrei definito bello
Appare poco ma promette tanto
Nel contesto del film la sua prestazione (breve purtroppo) è una perla a sé stante
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