Regia di Yann Demange vedi scheda film
'71 di Yann Demange appartiene al sottogenere "Questione nord irlandese" e si accoda ad altre pellicole celebri ("Nel nome del padre", "La moglie del soldato", "Bloody Sunday", "Hunger"), che trattano più o meno direttamente dei "Troubles".
Il film di Demange è ambientato a Belfast nel 1971 in una fase calda di un conflitto che ha radici profonde nella storia ma che vive una notevole recrudescenza a cominciare dagli ultimi anni '60 allorché la minoranza cattolica inizia ad alzare la testa e reclamare i diritti civili e politici che le sono stati negati in passato. Il film racconta l'esperienza del soldato Gary Hook che viene spedito in Ulster dove i pericoli, spesso sottovalutati dai militari che lasciano l'Inghilterra e si illudono di recarsi in un luogo tranquillo, sono, in realtà, numerosi e complessi da affrontare. La frase "non siamo nemmeno all'estero" che esce dalle labbra di Hook è emblematica di come la realtà sia equivocata e misconosciuta. Le reclute vengono addestrate ma non istruite sulla situazione politica interna per cui si ritrovano, inconsapevoli, in una "terra straniera" all'interno del loro stesso paese. Quando gli uomini si trovano a fronteggiare la guerriglia urbana scatenata da un'azione superficiale dell'esercito britannico nel quartiere cattolico di Belfast, la mancanza di preparazione dei soldati diventa lampante. Loro che si erano addestrati a strisciare nel fango e a correre per miglia nei boschi si trovano, invece, a fronteggiare bambini e donne disarmati che sbattono coperchi lungo le strade, pronti a difendere con i denti il proprio territorio nonostante la mancanza di armi e mezzi. Nella caotica situazione che segue la retata dell'esercito, due soldati vengono separati dai compagni e solo il provvidenziale intervento di una donna salva la vita ad Hook che, a quel punto, per uscire vivo dal quartiere cattolico deve abbandonare la salma del commilitone e nascondersi in attesa dell'oscurità.
Demange descrive molto bene la guerriglia urbana irlandese con il suo carico di tensione emotiva e l'inevitabile confusione che fortunatamente non viene mai addomesticata semmai amplificata nella successiva paradossale scena dello scoppio della bomba. Finita la lotta armata la paura è nutrita da un forte senso di claustrofobia che assume le forme di un cesso maleodorante, di altissime mura di mattoni che dividono la città, di tendine sempre chiuse che tengono lontano occhi indiscreti. Sotto le luci artificiali arancioni che colorano una città fanstasma la lotta diventa caccia al topo ed ha per protagonisti la sponda più intransigente dell'IRA, la parte meno oltranzista delle milizie repubblicane, i servizi segreti dell'esercito infiltrati tra gli unionisti radicali ed, infine, la squadra dell'esercito a cui Hook appartiene. Ciascuna fazione cerca il suo ratto disperso e disperato che si imbatte in troppe cose che non dovrebbe vedere dando a Demange la possibilità di descrivere il marcio nel quale affondano tutti, a cominciare dai servizi segreti dell''esercito. Demange mostra padronanza fintanto che ha modo di seguire Hook e le altre pedine con costanza ma, a mio modesto parere, quando i giochi sono ormai fatti e tutto è pronto per la resa dei conti tende a dilatare troppo i tempi della narrazione rendendo meno credibile il risultato. Non è l'unico difetto di un film che avrebbe potuto chiudersi con un epilogo all'insegna del ricongiungimento familiare più asciutto e stringato; un epilogo che, per altro, nulla aggiunge alla presa di posizione assunta dal protagonista contro l'esercito che l'ha congedato. Mentre l'incipit, a mio avviso, nell'incapacità di staccarsi dal cliché dell'addestramento militare alla "Full Metal Jacket", dimostra come il cinema europeo debba affrancarsi da abusati modelli cinematografici americani. Nel complesso però il film è più che sufficiente e dimostra che la lezione impartita dal cinema civile del maestro Loach è stata assimilata laddove il regista rappresenta con lucidità il gioco sporco delle istituzioni civili a danno dei cittadini.
RaiPlay
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