Regia di Yann Demange vedi scheda film
1971, fuga da Belfast. Un giovane soldato britannico (Jack O’Connell) viene spedito nel cuore nero dei Troubles nordirlandesi e abbandonato dai commilitoni in un quartiere cattolico, dopo un rastrellamento finito male. Non gli resta che scappare, braccato dai repubblicani dell’IRA, ma anche da un losco capitano della Military Reaction Force (in teoria l’intelligence militare, di fatto uno squadrone della morte), che vuole far sparire un testimone scomodo. Esordio su grande schermo di un regista di Channel 4 di origine francese, Yann Demange, ‘71 ripropone uno schema noto puntando tutto su azione e protagonisti. Adrenalinica e senza tregua la prima, ben costruiti i secondi. Applicando modalità espressive da cinema-verità a uno schema thriller, sulla falsariga del lavoro di Paul Greengrass per Bloody Sunday (2002), ma con meno frenesie e virtuosismi formali, Demange valorizza il contesto e i personaggi. Da una parte il conflitto con le sue assurdità fratricide (le fazioni, l’IRA spaccata, l’odio per la controparte fomentato fin dall’infanzia, la prepotenza lealista), dall’altra figure tragiche caratterizzate da doppiezze shakespeariane. Il capo dell’intelligence militare organizza falsi attentati, quello dell’IRA tratta con lui per isolare la frangia più estremista; sussurri e sotterfugi dei quali è testimone stranito il soldato braccato. Ottimo cast, con alcuni dei migliori attori irlandesi della nuova generazione (Charlie Murphy, Killian Scott, Barry Keoghan...).
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