Regia di Miguel Urrutia vedi scheda film
Straniante incubo, con iterazione degli eventi in una sorta di passato (o futuro) alternativo. Sostanzialmente brutale, anche se con un finale in recupero di giustizia (?)
La bella Camila (Andrea Montenegro) si risveglia nuda in un letto al fianco di uno sconosciuto. Ha vaghi ricordi della sera precedente, l'alcol probabilmente l'ha indotta a fare sesso occasionale. Improvvisamente l'uomo -dopo aver messo il vinile di Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach- ha una brutale reazione e strangola la donna. Camila si sveglia di nuovo nuda in quello stesso letto, a fianco di quello stesso uomo che adesso però sa chiamarsi Dario (Luis Fernando Bohórquez). Camila ha timore di qualcosa -ma non sa bene cosa- quando si ripetono parole già dette ("Buongiorno", "Ho una fame da lupo", "Fai colazione con me?") e Dario mette su il vinile di Bach prima di sgozzarla. Ancora: Camila di sveglia nuda nel letto, vicino a Dario, e sa -stavolta in più- che la madre dell'uomo è morta. Si ripetono le parole dette, Camila scopre una stanza con rasoi e pezzi anatomici (vulve) di donne: Dario è un serial killer.
Un loop, un ciclico ripetersi di eventi con -di volta in volta- modiche differenze, tipo parole pronunciate in diversi contesti, o informazioni che -a Camila- sembrano arrivare da un futuro "altro". Perché la sensazione è che il regista spagnolo Miguel Urrutia (qui al suo unico -ad oggi- lungometraggio) voglia rifarsi al concetto di "multiverso" o Universo parallelo.
Ammesso che la sceneggiatura è fortemente limitata da uno sviluppo degli eventi circoscritto nello spazio (ma non nel tempo) va detto che il montaggio con split screen, anticonvenzionali punti macchina, dettagli di occhi spauriti -pre e post effetti "rewind"- donano al film un fascino malsano, supportando un tipo di storia che ne ricorda una in particolare dei fumetti per adulti Ediperiodici, Storie blu (La macchina del castigo perpetuo).
L'associazione con i fumetti erotici Anni '80 non è aleatoria ma giustificata del resto dalla presenza, pressochè costante, della bellissima Andrea Montenegro che recita senza veli per tutta la durata del film, contribuendo a dare un taglio estremamente erotico al bizzarro (e talvolta disturbante) film.
Curiosità
Il leit motiv musicale che accompagna lo scatenarsi della violenza è un brano di Bach: Aria sulla quarta corda, utilizzato per la sigla, negli Anni '80, del programma condotto da Piero Angela, Quark.
Disponibile in Dvd nel catalogo 01 Distribution. Ottima la qualità video (2.35:1) ed audio (peccato la codifica sia in un anacronistico 3.1). Durata della versione: 1h20m22s.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta